Cercafarmaco.it

RIFATER 40CPR RIV 50+300+120MG Produttore: SANOFI SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

RIFATER 50 MG/120 MG/300 MG COMPRESSE RIVESTITE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antimicobatterici, associazioni di farmaci per il trattamento della tubercolosi.

PRINCIPI ATTIVI

Una compressa rivestita contiene 50 mg di isoniazide, 120 mg di rifampicina e 300 mg di pirazinamide. Eccipiente con effetti noti: saccarosio. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Carmellosa sodica a bassa sostituzione, sodio laurilsolfato, calcio stearato, saccarosio, gomma arabica, talco, magnesio carbonato, caolino, titanio diossido, povidone, silice colloidale anidra, alluminio ossido idrato, ferro ossido, cera carnauba, cera bianca, colofonia, paraffina solida.

INDICAZIONI

Rifater e' indicato nella fase intensiva iniziale del trattamento abbreviato della tubercolosi polmonare.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' ai principi attivi (rifampicina, isoniazide, pirazinamide) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. In caso di ittero. L'uso di Rifater e' controindicato quando utilizzato in concomitanza con l'associazione saquinavir/ritonavir (vedere paragrafo 4.5).

POSOLOGIA

Rifater deve essere somministrato con continuita' quotidiana durante la fase intensiva iniziale del trattamento abbreviato della tubercolosi polmonare, che ha generalmente la durata di due mesi. Se ritenuto utile, e' possibile somministrare contemporaneamente altri antitubercolari, quali la streptomicina per via intramuscolare o l'etambutolo. Una volta completata la fase iniziale, il trattamento puo' essere continuato con la combinazione rifampicina-isoniazide, sempre con regime giornaliero e per almeno 4 mesi. Questo regime della durata totale di 6 mesi, se correttamente attuato, e' efficace e presenta una frequenza molto bassa di ricadute. L'esperienza clinica indica che queste si verificano generalmente entro i primi 6 mesi dopo la conclusione del suddettoperiodo di trattamento, con bacilli che sono ancora sensibili ai farmaci impiegati, per cui normalmente non sono necessari cambiamenti nello schema terapeutico da utilizzare. Posologia. Adulti: una compressa rivestita di Rifater contiene rifampicina, isoniazide e pirazinamide inproporzioni tali che la posologia ottimale puo' essere conseguita nelmodo seguente. Peso del soggetto <40 kg: 3 cpr; 40-49 kg: 4 cpr; 50-64 kg: 5 cpr; >65 kg: 6 cpr. La posologia indicata corrisponde alle seguenti dosi medie di principi attivi in mg/kg: rifampicina: 9 - 12 mg/kg isoniazide: 4 - 5 mg/kg pirazinamide: 23 - 30 mg/kg In pratica cio' equivale in media ad una compressa rivestita ogni 10 kg di peso. Le compresse rivestite vanno somministrate in dose singola giornaliera una o due ore prima del pasto. Popolazione pediatrica: le dosi fisse dei tre farmaci nel Rifater possono non essere appropriate per i bambini nelle diverse eta', per cui Rifater non e' adatto all'uso nei pazienti al di sotto dei 12 anni.

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.

AVVERTENZE

Avvertenze. Rifater e' un'associazione di tre farmaci ciascuno dei quali e' stato associato a disfunzioni epatiche. Reazione paradossa al farmaco: in corso di terapia con Rifater, dopo un miglioramento iniziale della tubercolosi, i sintomi possono peggiorare nuovamente. Nei pazienti interessati e' stato rilevato un deterioramento clinico o radiologico delle lesioni tubercolari esistenti o lo sviluppo di nuove lesioni. Tali reazioni sono state osservate entro le prime settimane o dopo mesi dall'inizio della terapia per la tubercolosi. Le colture sono generalmente negative e tali reazioni di solito non indicano un fallimento del trattamento. La causa di questa reazione paradossa non e' ancorachiara, ma si sospetta, come possibile causa, una reazione immunitaria eccessiva. Nel caso si sospetti una reazione paradossa, se si ritiene necessario deve essere iniziata una terapia sintomatica per sopprimere la reazione immunitaria eccessiva. Inoltre, si raccomanda di proseguire la terapia combinata per la tubercolosi, come pianificato. Ai pazienti deve essere consigliato di consultare immediatamente il medico se i sintomi peggiorano. I sintomi che si verificano sono generalmente specifici in base ai tessuti interessati. I possibili sintomi aspecifici includono tosse, febbre, stanchezza, affanno, cefalea, perdita di appetito, perdita di peso o debolezza (vedere paragrafo 4.8). Rifampicina: nei pazienti con compromessa funzionalita' epatica la rifampicina deve essere somministrata solo in caso di necessita', con cautela e sotto attento controllo medico. In questi pazienti si deve effettuare unattento monitoraggio della funzionalita' epatica, particolarmente deilivelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) e aspartato aminotransferasi (AST), prima dell'inizio della terapia e poi ad intervalli di 2 -4 settimane. Se si sviluppano segni di danno epatocellulare il trattamento con rifampicina deve essere interrotto. Durante la terapia con rifampicina sono stati segnalati casi da lievi a gravi di colestasi. I pazienti devono essere informati della necessita' di contattare immediatamente il medico se accusano sintomi quali prurito, debolezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, ingiallimento degli occhi o della pelle o urine scure. Se la colestasi e' confermata,il trattamento con Rifater deve essere interrotto. In alcuni casi si puo' verificare iperbilirubinemia all'inizio della terapia, come conseguenza di una competizione tra rifampicina e bilirubina sui processi di escrezione degli epatociti. Un isolato, moderato aumento della bilirubina e/o delle transaminasi non costituisce di per se' motivo di sospensione della terapia; la decisione deve essere presa dopo ripetizionedei controlli che confermano la tendenza all'aumento dei valori e prendendo in considerazione la condizione clinica del paziente. Poiche' con schemi terapeutici intermittenti (meno di 2 - 3 volte alla settimana) vi e' la possibilita' di reazioni immunologiche, compresa anafilassi (vedere paragrafo 4.8), i pazienti devono essere seguiti attentamente. I pazienti devono essere informati di non interrompere la terapia poiche' potrebbero verificarsi questi eventi. Malattia polmonare interstiziale (ILD)/Polmoniti: sono stati segnalati casi di malattia polmonare interstiziale (ILD) o polmonite in pazienti in terapia con rifampicina per il trattamento della tubercolosi (vedere paragrafo 4.8). L'ILD/polmonite e' una malattia potenzialmente fatale. Deve essere eseguitaun'attenta valutazione di tutti i pazienti con esordio acuto e/o peggioramento inspiegabile dei sintomi polmonari (dispnea accompagnata da tosse secca) e febbre, al fine di confermare la diagnosi di ILD/polmonite. Se viene diagnosticata una ILD/polmonite, in caso di manifestazioni gravi (insufficienza respiratoria e sindrome da distress respiratorio acuto), il trattamento con rifampicina deve essere interrotto definitivamente e deve essere iniziato un trattamento appropriato secondo necessita'. Reazioni bollose gravi: con rifampicina sono stati segnalati casi di gravi reazioni cutanee bollose come sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (NET) e pustolosi esantematicaacuta generalizzata (AGEP). Se si manifestano sintomi o segni di AGEP, SJS o NET, il trattamento con rifampicina deve essere immediatamenteinterrotto. Isoniazide: l'uso di isoniazide deve essere attentamente monitorato nei pazienti con patologie epatiche croniche o grave disfunzione renale. Si puo' verificare epatite grave, a volte letale, associata alla terapia con isoniazide che si puo' sviluppare anche dopo molti mesi dall'inizio della terapia. Il rischio di sviluppare epatite e' correlato all'eta'. I pazienti devono percio' essere seguiti in base ai sintomi prodromici dell'epatite, quali affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Se dovessero comparire questi sintomi o segni indicativi di danno epatico l'isoniazide deve essere sospesa velocemente in quanto e' stato riportato che l'uso continuato del farmaco in questi pazienti puo' causare un danno epatico piu' grave. Con l'uso di isoniazide sono stati riportati casi di reazioni cutanee gravi inclusa sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (NET), alcuni con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi di tali reazioni e devono essere strettamente monitorati. Se si sviluppano segni o sintomi di SJS o NET (ad esempio eruzione cutanea progressiva spesso con bolle o lesioni della mucosa), il paziente deve essere avvisato di consultare immediatamente il proprio medico. Se non e' possibile stabilire una eziologia alternativa per tali segni e sintomi, il trattamento con isoniazide deve essere interrotto. Pirazinamide: rifater deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con precedenti di gotta. Se si dovesse verificare iperuricemia accompagnata da artrite gottosa acuta, al paziente deve essere somministrato un regime terapeutico privo di pirazinamide. La possibilita' da parte della pirazinamide di interferire sul tempo di sanguinamento e sulla integrita' vascolare deve essere tenuta presente in pazienti con emottisi. Colite pseudomembranosa si e' verificata con quasi tutti gli antibiotici a largo spettro; di conseguenza e' importante considerare tale diagnosi in pazienti che presentanodiarrea in corso di terapia con antibiotici. Tali forme di colite possono essere da lievi a molto gravi. Nelle forme moderate o gravi devono essere adottate appropriate misure terapeutiche. Rifampicina / Isoniazide / Pirazinamide: durante il trattamento con terapia anti-tubercolare sono state osservate gravi reazioni sistemiche di ipersensibilita', compresi casi fatali, come reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (vedere paragrafo 4.8).

INTERAZIONI

Cibo: poiche' isoniazide possiede una limitata attivita' di inibizione delle monoamino-ossidasi, si puo' verificare interazione con cibi contenenti tiramina (formaggio, vino rosso). Puo' essere inibita anche la diamino-ossidasi causando una risposta eccessiva (per es. cefalea, sudorazione, palpitazioni, flushing, ipotensione) ai cibi che contengono istamina (per es. tonno, pesci tropicali). I pazienti in terapia conRifater devono evitare cibi contenenti tiramina e istamina. Interazioni Farmacodinamiche: quando Rifater viene somministrato in concomitanza con l'associazione saquinavir/ritonavir, aumenta la potenziale epatotossicita'. Pertanto, l'utilizzo concomitante di Rifater con saquinavir/ritonavir e' controindicato (vedere paragrafo 4.3). Rifampicina/isoniazide Interazioni con enzimi del citocromo P-450: rifampicina causa induzione ed isoniazide inibizione di taluni enzimi del citocromo P-450. Non e' conosciuto l'impatto di questi effetti in competizione di rifampicina e isoniazide sul metabolismo dei farmaci che vengono biotrasformati da questi enzimi. Pertanto, e' necessaria cautela con la somministrazione di Rifater insieme a farmaci metabolizzati dal citocromo P450. All'inizio del trattamento con Rifater o alla sua sospensione puo'rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dei farmaci metabolizzati da questi enzimi, per mantenerne concentrazioni plasmatiche terapeuticamente ottimali. Rifampicina Con la concomitante somministrazione di alotano o isoniazide viene aumentata la potenziale epatotossicita'. Pertanto, l'uso concomitante di rifampicina e alotano deve essere evitato. I pazienti in terapia con rifampicina e isoniazide devono essere controllati attentamente per l'epatotossicita'. L'uso concomitantedi rifampicina con altri antibiotici che causano coagulopatia vitamina K- dipendente come cefazolina (o altre cefalosporine con catena laterale N-metil-tiotetrazolo) puo' indurre gravi disturbi della coagulazione, che possono portare a esiti fatali (specialmente a dosi elevate).Se questa combinazione non puo' essere evitata, deve essere eseguito un monitoraggio clinico che includa eventualmente il monitoraggio dell'emostasi. L'uso concomitante di paracetamolo e rifampicina puo' aumentare il rischio di epatotossicita'. Effetti di rifampicina su altri medicinali. Induzione di enzimi farmaco-metabolizzanti e di trasportatori: la rifampicina e' un potente e ben caratterizzato induttore degli enzimi farmaco-metabolizzanti e dei trasportatori. Gli enzimi e i trasportatori che risultano essere influenzati dalla rifampicina includono il citocromo P450 (CYP) 1A2, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19 e 3A4, e l'UDP-glucoroniltransferasi (UGT), le solfo-transferasi, le carbossilesterasi, e trasportatori comprese la glicoproteina P (P-gp) e la proteina-2 associata alla resistenza multifarmaco (MRP2). La maggior parte dei farmaci sono substrati di uno o piu' di queste vie enzimatiche o dei trasportatori, e queste vie possono essere simultaneamente indotte dalla rifampicina. Pertanto, la rifampicina puo' accelerare il metabolismo e diminuire l'attivita' di alcuni farmaci somministrati in concomitanza o aumentare l'attivita' di pro-farmaci somministrati in concomitanza (dove e' richiesta attivazione metabolica), e ha la capacita' di causare interazioni farmacologiche clinicamente importanti con molti farmaci e molte classi di farmaci. All'inizio del trattamento con rifampicina o alla sua sospensione puo' rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dei farmaci somministrati in concomitanza, per mantenere concentrazioni plasmatiche terapeuticamente ottimali. Di seguito si forniscono esempi dell'effetto di induzione della rifampicina durante l'esposizione a specifici enzimi farmaco-metabolizzanti e substrati trasportatoridi farmaci. Per i farmaci o classi di farmaci indicati sotto, la somministrazione contemporanea di rifampicina ha determinato una diminuzione o un aumento dell'esposizione al farmaco stesso o al suo metabolita: Antimicrobici. Antivirali. Farmaci antiretrovirali (ad es. zidovudina, saquinavir, indinavir, efavirenz) (vedere anche paragrafo 4.3 Controindicazioni): 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione alla zidovudina (AUC) del 47% tramite induzione della glucoronidazione e tramite la via metabolica di amminazione della zidovudina; 600mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione a saquinavir (AUC) del 70% in volontari sani e del 47% in pazienti affetti da HIV molto probabilmente tramite induzione del CYP3A4 e eventualmente tramite le vie P-gp; 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione (AUC) a efavirenz del 60% principalmente tramite induzione della via dell'8-idrossilazione di efavirenz mediata dal CYP2B6. Farmaci antivirali per l'epatite C (ad es. daclatasvir, simeprevir, sofosbuvir, telaprevir): gli antivirali per l'epatite C vengono eliminati dai vari enzimi e trasportatori farmaco- metabolizzanti, che sono suscettibili all'induzione con rifampicina a dose multipla. 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione (AUC) a daclatasvir del 79%, a simeprevir del 48%, a sofosbuvir del 77% ed a telaprevir del 92% rispetto ai soggetti di controllo. L'uso concomitante di farmaci antivirali anti-epatite C e rifampicina deve essere evitato. Antimicotici Antimicotici (ad es. fluconazolo, itraconazolo, ketoconazolo): 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione (AUC) a fluconazolo approssimativamente del 23%, a itraconazolo dell'88% ed a ketoconazolo di circa l'80%. Antibatterici. Cloramfenicolo: in due bambini trattati in concomitanza con cloramfenicolo e rifampicina per via endovenosa, i picchi delle concentrazioni sieriche del cloramfenicolo sono stati ridotti dell'85,5% in un paziente e del 63,8% nell'altro. Claritromicina: 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto marcatamente le concentrazioni plasmatiche della claritromicina e aumentato le concentrazioni del metabolita della claritromicina. Doxiciclina: in un gruppo di pazienti ospedalizzati la rifampicina (10 mg/kg al giorno) ha ridotto l'esposizione (AUC) alla doxiciclina di circa il 50%. Fluorochinoloni: 900 mg al giorno di rifampicina hanno ridotto moderatamente l'AUC della perfloxacina di circa il 35%. Da 450 mg a 600mg di rifampicina al giornohanno mostrato ridurre l'esposizione (AUC) alla moxifloxacina di circa il 30%. Telitromicina: la telitromicina e' metabolizzata principalmente dal CYP3A4. 600 mg di rifampicina al giorno hanno ridotto l'esposizione (AUC) a telitromicina dell'86%. Antimicobatterici. Dapsone: diminuzione dell'esposizione a dapsone. Aumento dell'esposizione al metabolita idrossilammina, responsabile di eventi avversi che includono metaemoglobinemia, anemia emolitica, agranulocitosi ed emolisi. Puo' essere richiesto un aggiustamento del dosaggio per il dapsone ed e' necessario il monitoraggio degli eventi avversi ematologici.

EFFETTI INDESIDERATI

Le seguenti reazioni avverse sono classificate per classe sistemico organica e per frequenza usando la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100),raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: reazione paradossa al farmaco (la ricorrenza o la comparsa di nuovi sintomi di tubercolosi, segni fisici e radiologici, in un paziente che aveva precedentemente mostrato un miglioramento con un appropriato trattamento antitubercolare e' chiamata reazione paradossa, che viene diagnosticata dopo aver escluso la scarsa compliance del paziente al trattamento, la resistenza al farmaco, effetti collaterali della terapia antitubercolare, infezioni batteriche/micotiche secondarie).* *Incidenza della reazione paradossa: la frequenza piu' bassa e' segnalata come 9,2% (53/573) (dati tra ottobre 2007 e marzo 2010) e la frequenza piu' alta come 25% (19/76) (dati tra il 2000 e il 2010). Rifampicina. Infezioni ed infestazioni. Non nota: colite pseudomembranosa, influenza. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: trombocitopenia con o senza porpora, di solito associata alla terapia intermittente ma reversibile se la terapia viene sospesa prontamente alla comparsa di porpora; non comune: leucopenia; non nota: coagulazione intravascolare disseminata, eosinofilia, agranulocitosi, anemia emolitica, disturbi della coagulazione vitamina K-dipendenti. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattica. Patologie endocrine. Non nota: insufficienza surrenalica in pazienti con compromissione della funzionalita' surrenalica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Nonnota: appetito ridotto. Disturbi psichiatrici. Non nota: disturbi psicotici. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiro. Non nota: emorragia cerebrale ed eventi fatali sono stati riportati in seguito ad uso continuato o reintroduzione del farmaco dopo la comparsa di porpora. Patologie dell'occhio. Non nota: alterazione del colore delle lacrime. Patologie vascolari. Non nota: shock, vampate, vasculite, sanguinamento. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: dispnea, sibili, alterazione del colore dell'espettorato, malattia polmonare interstiziale (inclusa polmonite). Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito; non comune: diarrea; non nota: disturbigastrointestinali, fastidio addominale, alterazione del colore del dente (che puo' essere permanente). Patologie epatobiliari. Non nota: epatite, iperbilirubinemia, colestasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: eritema multiforme, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), reazioni cutanee, prurito, eruzione cutanea pruriginosa, orticaria, dermatite allergica, pemfigo, alterazione del colore del sudore. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non nota: debolezza muscolare, miopatia, dolore osseo. Patologie renali e urinarie. Non nota: danno renale acuto generalmente causato da necrosi tubulare renale o nefrite tubulo-interstiziale, cromaturia. Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali. Non nota: emorragia post-partum, emorragia materno-fetale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non nota: disturbi mestruali. Patologie congenite, familiari e genetiche. Non nota: porfiria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia, brividi; non nota: edema. Esami diagnostici. Comune: aumento della bilirubina nel sangue, aumento della aspartato aminotransferasi, aumento della alanina aminotransferasi; non nota: pressione arteriosa diminuita, aumento della creatinina nel sangue, aumento degli enzimi epatici. Isoniazide. Patologie del sistema emolinfopoietico: eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia. Disturbi del sistema immunitario: reazioni anafilattiche. Patologie endocrine: ginecomastia. Disturbidel metabolismo e della nutrizione: pellagra. Patologie del sistema nervoso: polinevrite che si presenta con parestesie, debolezza muscolare, perdita dei riflessi tendinei, ecc. L'incidenza e' piu' elevata neipazienti a bassa acetilazione. Altri effetti neurotossici che sono rari al dosaggio normale comprendono convulsioni, encefalopatia tossica,neurite e atrofia ottica, disturbi della memoria e psicosi tossica. Patologie gastrointestinali: pancreatite (frequenza "non nota"), nausea, vomito, disturbi epigastrici. Patologie epatobiliari: epatite (frequenza "non nota"), anche grave e a volte letale. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo: eruzione cutanea, acne, dermatite esfoliativa, pemfigo, sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (NET) e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (frequenza "rara"). Patologie del sistema muscoloscheletricoe del tessuto connettivo: sindrome simil-lupus eritematoso sistemico.Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre. Patologie vascolari: vasculite (frequenza "non nota"). Pirazinamide. Patologie del sistema emolinfopoietico: anemia sideroblastica, trombocitopenia con o senza porpora. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: gotta attiva (pirazinamide riduce l'escrezione degli urati), anoressia. Patologie gastrointestinali: nausea, vomito e peggioramento di ulcera peptica. Patologie epatobiliari: epatite. La reazione epatica e' l'evento avverso piu' frequente e varia da una anormalita' asintomatica della funzionalita' epatica (diagnosticata attraverso valutazione dei parametri di laboratorio) a una lieve sindrome con febbre, malessere e indolenzimento al fegato, fino a reazioni piu' gravi quali ittero clinico e rari casi di atrofia acuta e morte. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), orticaria, prurito, eritema, eruzionecutanea. Molto raramente sono stati riportati casi di angioedema. Reazione di fotosensibilita' (frequenza "non nota"). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: artralgia. Patologie renali ed urinarie: disuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: malessere, febbre. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non sono disponibili studi ben controllati sull'uso di Rifater in gravidanza. Gravidanza. Rifampicina. Rifampicina si e' dimostrata teratogena nei roditori a dosi elevate. Anche se la rifampicina attraversa laplacenta ed e' presente nel sangue del cordone ombelicale, non e' conosciuto il suo effetto sul feto, sia da sola sia in associazione ad altri farmaci antitubercolari. Se somministrata durante le ultime settimane di gravidanza rifampicina puo' causare emorragie post-natali nellamadre e nel neonato e quindi puo' rendersi necessario un trattamento con vitamina K. Isoniazide. E' stato segnalato che nel ratto e nel coniglio isoniazide puo' esercitare un effetto sullo sviluppo cardiaco dell'embrione se somministrata per via orale durante la gravidanza, anche se non sono state rilevate anomalie congenite negli studi condotti sulla riproduzione nei mammiferi (topo, ratto, coniglio). Rifater. Rifater deve percio' essere usato nelle donne in gravidanza o in eta' fertile solo se il beneficio potenziale giustifica il potenziale rischio per il feto. Non vi sono dati sull'effetto a lungo termine di Rifater sulla fertilita' umana. Allattamento. Rifampicina, isoniazide e pirazinamide passano nel latte materno. Percio' Rifater deve essere usato durante l'allattamento solo se il potenziale beneficio supera il rischio per il neonato.

Codice: 026981011
Codice EAN:

Codice ATC: J04AM05
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antimicobatterici
  • Farmaci per il trattamento della tubercolosi
  • Associazioni di farmaci per il trattamento della tubercolosi
  • Rifampicina, pirazinamide e isoniazide
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: BLISTER

COMPRESSE RIVESTITE

36 MESI

BLISTER