REOPRO EV 1F 5ML 10MG/5ML Produttore: JANSSEN CILAG SPA
- FARMACO OSPEDALIERO
- USO OSPEDALIERO
DENOMINAZIONE
REOPRO
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antiaggreganti piastrinici esclusa l'eparina.
PRINCIPI ATTIVI
Abciximab.
ECCIPIENTI
Acqua per preparazioni iniettabili, sodio fosfato dibasico diidrato, sodio fosfato monobasico monoidrato, cloruro di sodio, polisorbato 80.
INDICAZIONI
In associazione con eparina ed acido acetilsalicilico, per: intervento sull'albero coronarico per via percutanea, per la prevenzione delle complicanze cardiache di tipo ischemico in pazienti sottoposti ad intervento sull'albero coronarico per via percutanea (angioplastica con palloncino, aterectomia e stent); angina instabile, per la riduzione delrischio a breve termine (1 mese) di infarto del miocardio, in pazienti con angina instabile che non rispondono alla terapia medica convenzionale completa e che sono candidati a un intervento sull'albero coronarico per via percutanea.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' nota all'abciximab, ad un qualsiasi componente del prodotto, ad anticorpi monoclonali murini o alla papaina. Potrebbero essere presenti tracce di papaina derivanti dal processo di produzione. Dato che l'inibizione dell'aggregazione piastrinica aumenta il rischiodi emorragia, e' controindicato nelle seguenti situazioni cliniche: emorragia interna in atto; storia di accidente cerebrovascolare nei dueanni precedenti; recente intervento chirurgico o trauma a livello cranico o spinale (entro i due mesi precedenti); recente intervento chirurgico maggiore (entro i due mesi precedenti); neoplasia intracranica; malformazione arterovenosa od aneurisma; diatesi emorragica conclamataod ipertensione grave non controllata; trombocitopenia preesistente; vasculite; retinopatia ipertensiva; grave insufficienza epatica. Pazienti con grave insufficienza renale che necessitano di emodialisi.
POSOLOGIA
E' utilizzabile in pazienti adulti per somministrazione endovenosa. Somministrare solo quando sia disponibile una valida assistenza di personale medico e infermieristico specializzato. Si deve inoltre poter disporre di tests ematologici e di strutture per la somministrazione di emoderivati. Adulti: 0,25 mg/kg in bolo endovenoso, seguita immediatamente dalla somministrazione di 0,125 mcg/kg/min (fino ad un massimo di10 mcg/min) per infusione endovenosa continua. Per la stabilizzazionedei pazienti con angina instabile, la somministrazione del bolo seguita dall'infusione deve iniziare 24 ore prima del possibile intervento e concludersi 12 ore dopo. Per la prevenzione delle complicanze cardiache di tipo ischemico in pazienti sottoposti ad intervento sull'alberocoronarico per via percutanea e che in atto non ricevono una infusione, il bolo deve essere somministrato da 10 a 60 minuti prima dell'intervento e seguito da un'infusione per 12 ore. Bambini: non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed efficacia.
CONSERVAZIONE
Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Nonagitare.
AVVERTENZE
Effettuare un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio nel singolo paziente. Usare in associazione con acido acetilsalicilico ed eparina. L'acido acetilsalicilico deve essere somministrato per via orale ad una dose giornaliera non inferiore ai 300 mg. >>Terapia concomitante con eparina per intervento sull'albero coronarico per via percutanea. Bolo di eparina prima della PTCA: se il tempo di coagulazione attivata (ACT) del paziente e' inferiore a 200 secondi prima dell'iniziodella PTCA, al momento della puntura dell'arteria di accesso si dovra' somministrare un bolo iniziale di eparina secondo il seguente algoritmo: ACT < 150 secondi, somministrare 70 U/Kg; ACT 150-199 secondi, somministrare 50 U/Kg. La dose del bolo iniziale di eparina non dovra' superare 7.000 U. L'ACT deve essere controllato almeno 2 minuti dopo ilbolo di eparina. Se e' inferiore a 200 secondi, si possono somministrare altri boli di eparina di 20 U/kg. Se l'ACT si mantiene inferiore a200 secondi, si devono somministrare boli supplementari di eparina di20 U/kg finche' non si ottenga un ACT >= 200 secondi. Bolo di eparinadurante la PTCA: durante la PTCA, l'ACT deve essere controllato ogni 30 minuti. Se l'ACT e' inferiore a 200 secondi, possono essere somministrati boli supplementari di eparina di 20 U/kg. Se l'ACT permane < 200 secondi, possono essere somministrati boli supplementari di eparina di 20 U/kg fino ad ottenere un ACT >= 200 secondi. L'ACT deve essere controllato prima della somministrazione di ogni bolo di eparina ed almeno 2 minuti dopo. In alternativa alla somministrazione di boli supplementari di eparina come sopra descritto, si puo' iniziare un'infusionecontinua di eparina alla velocita' di 7 U/kg/ora dopo che le dosi iniziali di eparina in bolo abbiano permesso di raggiungere un ACT >= 200secondi. Infusione di eparina dopo la PTCA: interrompere l'infusione di eparina immediatamente dopo il completamento della procedura e rimuovere la cannula arteriosa entro 6 ore. >>Terapia concomitante con eparina per la stabilizzazione dell'angina instabile: un trattamento anticoagulante con eparina deve essere iniziato per mantenere l'APTT compreso tra 60 e 85 secondi. L'infusione di eparina deve essere mantenuta durante l'infusione del prodotto. Precauzioni per ridurre l'incidenza di emorragia Sedi potenziali di emorragia: porre particolare attenzione al controllo di tutte le sedi potenziali di emorragia, comprese le sedi delle punture arteriose e venose, i siti di inserzione di cateteri, le sedi di sutura chirurgica e quelle di iniezioni. La somministrazione si associa ad un aumento della frequenza di emorragia, soprattuttonella sede di inserzione della cannula in arteria femorale. Se durante l'infusione l'emorragia in sede inguinale non si arresta o se tende ad espandersi malgrado le suddette manovre, si deve interrompere immediatamente l'infusione ed estrarre la cannula. La somministrazione si accompagna ad un maggiore rischio di emorragia retroperitoneale associata alla puntura dei vasi femorali. E' stata raramente, inoltre, associata ad emorragia polmonare. Al fine di evitare emorragia gastrointestinale spontanea, si raccomanda di somministrare preventivamente farmaciH2-antagonisti od antiacidi in formulazione liquida; se necessario, si dovranno somministrare antiemetici per evitare il vomito. Si devono evitare punture arteriose e venose non necessarie, iniezioni intramuscolari, uso di routine di cateteri urinari, intubazione nasotracheale, sondini nasogastrici e bracciali automatici per la misurazione della pressione sanguigna. Per i prelievi ematici si devono utilizzare le viedi infusione della soluzione fisiologica o di eparina. Le sedi di puntura vascolare devono essere documentate e controllate. Nel togliere ibendaggi si deve agire in modo molto delicato. Prima della somministrazione controllare la conta piastrinica, l'ACT, il tempo di protrombina (PT) e l'APTT per identificare preesistenti anomalie della coagulazione. Ulteriori conteggi delle piastrine devono essere effettuati 2-4 ore dopo la somministrazione in bolo e dopo 24 ore. Controllare la conta piastrinica prima del trattamento, da 2 a 4 ore dopo il bolo e dopo 24 ore. Se viene verificata trombocitopenia vera, il medicinale deve essere interrotto immediatamente e la situazione deve essere accuratamente controllata e trattata. Effettuare un controllo giornaliero della conta piastrinica fino alla sua normalizzazione. Se la conta piastrinica e' inferiore a 60.000 cellule/mcl, si deve interrompere la somministrazione di eparina ed acido acetilsalicilico. Se la conta piastrinicae' inferiore alle 50.000 cellule/mcl, si deve prendere in considerazione una trasfusione di piastrine, specialmente se il paziente sta sanguinando e/o sono state programmate o sono in corso di attuazione procedure invasive. Se la conta piastrinica e' inferiore alle 20.000 cellule/mcl, si devono trasfondere piastrine. Trombocitopenia e' stata osservata con percentuali piu' alte dopo la risomministrazione. In caso di emorragia grave e non controllata o nella necessita' di un intervento chirurgico di emergenza, il trattamento deve essere interrotto. Dato che il farmaco inibisce l'aggregazione piastrinica, si deve porre particolare attenzione nell'associare ad esso altri medicinali che influenzino l'emostasi come l'eparina, gli anticoagulanti per via orale come la warfarina, i trombolitici e gli agenti antipiastrinici diversi dall'acido acetilsalicilico, come il dipiridamolo, la ticlopidina o i destrani a basso peso molecolare. Come per ogni altra soluzione contenente proteine si devono prevedere reazioni di ipersensibilita'. Devono essere rapidamente disponibili all'uso adrenalina, dopamina, teofillina, antistaminici e corticosteroidi. Se compaiono sintomi di reazione allergica o di anafilassi, l'infusione deve essere interrotta immediatamente. Sono indispensabili la somministrazione sottocutanea di 0,3-0,5 ml di adrenalina in soluzione acquosa (diluizione 1:1.000) e l'uso di corticosteroidi, assieme all'assistenza della funzione respiratoria e ad altri interventi di rianimazione. La somministrazione del medicinale puo' comportare la formazione di anticorpi umani antichimerici (HACA) che potenzialmente potrebbero dare luogo a reazioni allergiche o di ipersensibilita', a trombocitopenia o ad un ridotto beneficio dopo risomministrazione. Nei pazienti con malattia renale i benefici possono essere inferiori. L'uso del farmaco in pazienti con grave insufficienza renale deve essere considerato solo dopo un'attenta valutazione dei rischi e benefici. In pazienti con grave insufficienza renale il rischio potenziale di sanguinamento e' aumentato. Il prodotto e' controindicatonei pazienti in dialisi. Non vi sono studi su bambini o adulti di eta' superiore agli 80 anni.
INTERAZIONI
E' stato specificamente studiato in associazione con eparina ed acidoacetilsalicilico. In presenza di ReoPro, l'infusione di eparina si accompagna ad un aumento dell'incidenza di emorragia. L'esperienza limitata in pazienti che sono stati trattati con agenti trombolitici suggerisce un aumento del rischio di emorragia. Anche se non sono stati effettuati studi specifici, l'associazione con altri farmaci cardiovascolari d'uso comune per la terapia dell'angina, dell'infarto miocardico o dell'ipertensione non ha provocato reazioni avverse. Reazioni avverse non si sono verificate neppure con l'impiego dei comuni liquidi per infusione endovenosa. I farmaci cardiovascolari ai quali si fa riferimento comprendono la warfarina (prima e dopo, ma non durante la PTCA), i bloccanti dei recettori beta-adrenergici, i calcio-antagonisti, gli ACE-inibitori ed i nitrati sia per via orale che endovenosa.
EFFETTI INDESIDERATI
Gli eventi avversi piu' frequenti sono stati emorragia, lombalgia, ipotensione, nausea, dolore toracico, vomito, cefalea, bradicardia, febbre (piressia), dolore nel sito di accesso e trombocitopenia. Raramentesono stati riscontrati tamponamento cardiaco, emorragia polmonare (principalmente alveolare) e la sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Comune (>=1/100 <1/10), non comune (>=1/1.000 <1/100), raro (>=1/10.000 <1/1.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: trombocitopenia. Patologie cardiache. Comune: bradicardia. Raro: tamponamento cardiaco. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore toracico, piressia, dolore nel sito di accesso. Disturbi del sistema immunitario. Raro: ipersnsibilita'/reazioni allergiche. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: lombalgia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie vascolari. Comune: emorragia, ipotensione. Non comune: emorragia intracranica. Raro: emorragia polmonare. Emorragia Nello studio EPIC, in cui e' stato utilizzato un regime per dose di eparina standard, non aggiustato sul peso corporeo, le piu' comuni complicanze verificatesi in corso di terapia sono state di tipo emorragico durante le prime 36 ore. L'incidenza di complicanze emorragiche maggiori, di complicanze emorragiche minori e di necessita' di trasfusioni di emoderivati e' risultata circa doppia. Fra i pazienti che hanno presentato complicanze emorragiche maggiori, il 67% si e' verificato in regione inguinale a livello del sito di accesso arterioso. In uno studio clinico successivo, EPILOG, usando il regime di eparina, la rimozione della cannula e le linee guida per l'accesso all'arteria femorale, l'incidenza di complicanze emorragiche maggiori non associate ad intervento di by-pass aorto-coronarico nei pazienti trattati (1,1%) non e' risultata essere differente rispetto a quella osservata nei pazienti trattati con placebo (1,1%), e non vi e' stato un aumentosignificativo nell'incidenza di emorragie intracraniche. La riduzionedelle complicanze emorragiche maggiori osservate nello studio EPILOG e' stata ottenuta senza alcuna perdita di efficacia. Allo stesso modo,nello studio EPISTENT, l'incidenza delle complicanze emorragiche maggiori non associate ad intervento di by-pass aorto-coronarico in pazienti trattati piu' angioplastica con palloncino (0,6%) o con il prodottoe impianto di stent (0,8%) non e' risultata essere significativamentediversa da quella osservata nei pazienti trattati con placebo e impianto di stent (1,0%). Nello studio CAPTURE, in cui non e' stato usato un regime di eparina a basse dosi, l'incidenza di complicanze emorragiche maggiori non associate con l'intervento di by-pass aorto-coronaricofu piu' alta nei pazienti trattati (3,8%) rispetto a quelli trattati con placebo (1,9%). Sebbene i dati siano limitati, il trattamento nei pazienti sottoposti a by-pass aorto-coronarico non e' stato accompagnato da un eccesso di complicanze emorragiche maggiori. Alcuni pazienti che presentavano un tempo di sanguinamento prolungato, prima di sottoporsi all'intervento chirurgico hanno ricevuto trasfusioni di piastrineper correggere il tempo di sanguinamento. Studi clinici suggeriscono che l'aderenza al regime di eparina attualmente raccomandato, aggiustato sul peso corporeo, sia associato ad un rischio piu' basso di emorragia intracranica rispetto ai protocolli precedenti (dose piu' alta, non aggiustata sul peso corporeo). L'incidenza totale di emorragia intracranica e di ictus non emorragico nei 4 principali studi e' stata simile, con 9 casi su 3.023 (0,30%) per i pazienti trattati con placebo e 15 casi su 4.680 (0,32%) per i pazienti trattati con il farmaco. L'incidenza di emorragia intracranica e' stata dello 0,10% nei pazienti trattati con placebo e dello 0,15% nei pazienti trattati con il medicinale. Nello studio GUSTO V 16.588 pazienti con infarto acuto del miocardio furono sottoposti, in maniera randomizzata, al trattamento associatoa mezza dose di reteplase o con solo reteplase a dose intera. L'incidenza dell'emorragia non intracranica di entita' moderata o grave risulto' aumentata in quei pazienti che avevano ricevuto mezza dose di reteplase rispetto a quelli che avevano ricevuto solo reteplase (rispettivamente, 4,6% versus 2,3%). Pazienti trattati manifesterebbero trombocitopenia (conta delle piastrine inferiore a 100.000 cellule/mcl) con maggiore probabilita' rispetto ai pazienti trattati con placebo. Negli studi clinici EPILOG e EPISTENT che impiegano il farmaco con un regime eparina a basse dosi raccomandate, aggiustate sul peso corporeo, l'incidenza e' stata del 2,8% rispetto all'1,1% dei pazienti trattati con placebo. Trombocitopenia e' stata osservata con percentuali piu' alte dopo la risomministrazione (vedere sezione piu' avanti sulla Risomminstrazione). Negli studi clinici di Fase III, la formazione dell'anticorpo antichimerico umano (HACA) fu riscontrata, generalmente a basso titolo, in circa il 5-6% dei pazienti da 2 a 4 settimane dopo aver ricevuto una prima somministrazione. La risomministrazione a pazienti sottoposti a PTCA fu valutata sulla base di un registro che comprendeva 1.342trattamenti effettuati in 1.286 pazienti. La maggior parte dei pazienti stava ricevendo la seconda somministrazione, mentre il 15% stava ricevendo la terza o somministrazioni successive. La percentuale complessiva della positivita' per HACA prima della risomministrazione era del6% ed aumento' al 27% dopo la risomministrazione. Non vi furono segnalazioni di gravi reazioni allergiche o di anafilassi. In uno studio sudati da registro sulla risomministrazione in pazienti che ricevevano un secondo o successivo trattamento, l'incidenza di qualsiasi grado ditrombocitopenia fu del 5%, con un'incidenza di trombocitopenia grave del 2% (< 20.000 cellule/mcl). I fattori associati con un aumentato rischio di trombocitopenia erano un'anamnesi di trombocitopenia a seguito di un precedente trattamento, la risomministrazione entro 30 giorni ed una positivita' per la ricerca degli anticorpi umani antichimerici HACA antecedente la risomministrazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Non sono stati condotti studi con ReoPro sulla riproduzione animale. Inoltre non e' noto se abciximab possa causare un danno fetale se somministrato a donne in gravidanza o se possa comprometterne la capacita'di procreare. Non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. L'allattamento al seno deve essere interrotto in quanto non e' noto se abciximab sia secreto nel latte umano o animale.
Codice: 031849019
Codice EAN:
- Sangue ed organi emopoietici
- Antitrombotici
- Antiaggreganti piastrinici, esclusa l'eparina
- Abciximab
Forma farmaceutica
SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza
36 MESI
Confezionamento
FLACONE