Cercafarmaco.it

PROZIN 20CPR RIV 100MG Produttore: IST.LUSOFARMACO D'ITALIA SPA

  • FARMACO DI CLASSE C
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

PROZIN COMPRESSE RIVESTITE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antipsicotici, fenotiazine con catena laterale alifatica.

PRINCIPI ATTIVI

Clorpromazina cloridrato 25 mg-100 mg.

ECCIPIENTI

Lattosio, amido di mais, amido di patate, silice precipitata, acido stearico, talco, colorante E110, copolimeri dell'acido metacrilico, titanio biossido, polietilenglicole 6000, trietilcitrato.

INDICAZIONI

Trattamento delle schizofrenie, degli stati paranoidi e della mania. Psicosi tossiche (amfetamine, LSD, cocaina, ecc.). Sindromi mentali organiche accompagnate da delirio. Disturbi d'ansia se particolarmente gravi e resistenti alla terapia con ansiolitici tipici. Depressione se accompagnata da agitazione e delirio, per lo piu' in associazione con antidepressivi. Vomito e singhiozzo incoercibili. Trattamento dei dolori intensi generalmente in associazione con analgesici stupefacenti. Medicazione pre-anestetica.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' a clorpromazina o ad uno degli altri componenti. Stati comatosi specie quelli causati da sostanze ad azione depressiva sulsistema nervoso centrale (alcool, barbiturici, oppiacei, ecc.). Pazienti con sospetto o riconosciuto danno cerebrale sottocorticale. Gravi stati di depressione, discrasie ematiche, affezioni epatiche e renali.Feocromocitoma, miastenia grave e epilessia non trattata. Primo trimestre di gravidanza e durante l'allattamento al seno. Rischio di glaucoma ad angolo chiuso. Rischio di ritenzione urinaria correlata a patologie uretroprostatiche. Anamnesi positiva per agranulocitosi. Farmaci dopaminergici e agenti dopaminergici antiparkinsoniani. Allergia o intolleranza al glutine. Citalopram, escitalopram. Bambini di eta' inferiore ai 6 anni: le compresse sono controindicate per rischio soffocamento.

POSOLOGIA

Il dosaggio deve essere strettamente individualizzato in rapporto all'eta' del paziente, alla natura e alla gravita' dell'affezione, alla risposta terapeutica e alla tollerabilita' del farmaco. E' sempre consigliabile iniziare con dosaggi bassi, aumentando progressivamente le dosi. Usualmente l'intervallo terapeutico e' di 6-8 ore. A titolo di esempio si fornisce il seguente schema di massima. Trattamento dei disordini psichiatrici: il dosaggio e' estremamente vario. In genere nei pazienti ambulatoriali e con sintomi di lieve o media gravita' sono necessari 30-75 mg uso orale suddivisi nel corso della giornata. Il dosaggio puo' essere quindi aumentato fino ad ottenere l'effetto terapeutico desiderato. Successivamente esso puo' essere gradualmente ridotto finoa determinare la dose di mantenimento. Nei pazienti ospedalizzati possono essere necessarie dosi sensibilmente superiori a seconda del giudizio dello specialista. Nei bambini il dosaggio consigliato e' di 1 mg/kg/die ripetuto se necessario, 2-3 volte al giorno. Vomito: ottenuto l'effetto terapeutico per via i.m., la terapia, se necessaria, deve essere continuata per via orale: 25-50 mg ripetuti eventualmente 2-3 volte al giorno. Singhiozzo incoercibile: 25-50 mg 2-3 volte al giorno. Medicazione pre-anestetica: 25-50 mg uso orale. Ipotensione, tachicardia, vertigini e manifestazioni sincopali sono abbastanza comuni in pazienti che assumono fenotiazine. Gli effetti ipotensivi sono piu' evidenti nei soggetti con feocromocitoma e insufficienza della mitrale. Sonopossibili alterazioni del tracciato elettrocardiografico. Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovra' valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

CONSERVAZIONE

Tenere il contenitore ben chiuso per proteggere il medicinale dalla luce.

AVVERTENZE

Sottoporre il paziente ad esame emocromocitometrico in caso di comparsa di febbre, mal di gola o qualsiasi altra infezione; nel caso fossero rilevate marcate alterazioni, interrompere il trattamento. Speciale attenzione l'impiego nei bambini soprattutto durante una malattia infettiva o in caso di intervento. L'effetto antiemetico puo' mascherare isegni di iperdosaggio di altri farmaci o puo' rendere piu' difficile la diagnosi di concomitanti affezioni specie del tratto digerente o del SNC. Pertanto utilizzare con prudenza in associazione ad antiblastici che a dosi tossiche possono provocare vomito. Poiche' il rischio di discinesie persistenti tardive e' stato correlato con la durata della terapia, il trattamento cronico deve essere riservato ai soggetti per cui non esiste una valida alternativa terapeutica, sospendendone, se opportuno, la somministrazione. Generalmente le fenotiazine non producono dipendenza psichica, ma, a seguito di brusca interruzione, possono comparire nausea, vomito, vertigini, tremori, irrequietezza motoria. Speciale attenzione ai pazienti con depressione psichica. Sindrome neurolettica maligna: interrompere il trattamento in caso di comparsa di iperpiressia inspiegata; segni di instabilita' autonomica possono precedere la comparsa di ipertermia. Informare il medico nel caso di gravidanza accertata o desiderata o qualora si desiderasse allattare, perche' si possano prendere le opportune decisioni. Utilizzare con particolare cautela negli anziani, nei soggetti portatori di affezioni cardiovascolari, malattie polmonari acute e croniche, ipertrofia prostatica edaltre malattie stenosanti dell'apparato digerente ed urinario. Le fenotiazine possono aumentare il prolungamento dell'intervallo QT (particolarmente aggravato dalla presenza di bradicardia, ipopotassiemia e condizione congenita o acquisita) e questo incrementa il rischio di insorgenza di aritmie ventricolari gravi del tipo torsione di punta. Qualora le condizioni cliniche lo consentano, effettuare le opportune valutazioni mediche e gli opportuni esami di laboratorio prima e , se necessario, durante la terapia per escludere possibili fattori di rischio. Fatta eccezione i casi di emergenza, si raccomanda un ECG nelle indagini diagnostiche iniziali. Eccetto casi particolari, non deve essere somministrato ai pazienti affetti da morbo di Parkinson o da forme simili o da altri disturbi motori in quanto le fenotiazine aumentano lo stato di rigidita' muscolare. Non e' raccomandato l' impiego concomitantecon il litio, altri agenti che prolungano l'intervallo QT ed agenti dopaminergici antiparkinsoniani. L'insorgenza dell'ileo paralitico, puo' essere trattata come emergenza. Segnalati casi di tromboembolia venosa, pertanto usare cautela nei soggetti a rischio. Non utilizzare adrenalina, in caso di ipotensione. Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici. Dosi prolungate nel tempo aumentano il livello plasmatico della prolattina con possibili effetti sugli organi bersaglio; pertanto si raccomanda particolare cautela nelle donne con neoplasie mammarie. Durante la terapia, specie se prolungata o ad alte dosi, bisogna tenere sempre presente l'evenienza di effetti indesiderati a carico del SNC, del fegato, del midollo osseo, dell'occhio e dell'apparato cardiovascolare. Sono opportuni ripetuti controlli della funzione renale ed epatica. Porre particolare attenzione tra la quarta e la dodicesima settimana agli effetti sulla crasi ematica per la quale si consiglia, durante la terapia cronica, un esame emocromocitometrico periodico; manifestazioni infiammatorie a carico della bocca e delle prime vie aeree devono essere immediatamente seguite da opportuni controlli ematologici. I pazienti in trattamento con alte dosi che devono essere sottoposti ad interventi operatori, necessitano di dosaggi inferiori di anestetici e di farmaci depressori del SNC. Le fenotiazine possono abbassare la soglia convulsiva e facilitare la comparsa di crisi epilettiche. Evitare l'eccessiva esposizione alla luce solare. Usare con cautela in soggetti esposti a temperature particolarmente alte o basse per la possibile compromissione degli ordinari meccanismi di termoregolazione. Ictus: utilizzare con cautela in pazienti geriatrici affetti da demenza in cui si e' osservato l' aumento del rischio di insorgenza di eventi cerebrovascolari. Pazienti geriatrici affetti da psicosi correlata a demenza e trattati con farmaci antipsicotici presentano un maggior rischio di morte verosimilmente conseguente ad eventi di natura cardiovascolare o infettiva. Analogamente agli antipsicotici atipici, il trattamento con antipsicotici convenzionali puo' aumentare la mortalita'. Il medicinale non e' autorizzato per il trattamento dei disturbi dicomportamento correlati alla demenza. Segnalati casi di iperglicemia o intolleranza al glucosio: i soggetti con diagnosi accertata o con fattori di rischio per lo sviluppo del diabete devono essere sottoposti a un monitoraggio glicemico appropriato. Popolazioni da monitorare attentamente. Soggetti epilettici per il possibile abbassamento della soglia degli attacchi. Soggetti anziani che presentano una maggiore predisposizione a manifestare l'ipotensione ortostatica, la sedazione e glieffetti extrapiramidali, la costipazione cronica e potenzialmente l'ipertrofia prostatica. Pazienti che presentano alcune forme di malattiacardiovascolare, dato che questa tipologia di farmaci ha effetti simil-chinidinici e puo' indurre tachicardia e ipotensione. Pazienti con una grave insufficienza epatica e/o renale a causa del rischio di accumulo del farmaco. I soggetti in trattamento a lungo termine devono essere sottoposti a periodici esami oftalmologici ed ematologici. Si consiglia di non assumere bevande alcoliche o farmaci contenenti alcool perl'intero trattamento. Il medicinale contiene lattosio. Rischio di reazioni allergiche per le compresse da 25 mg, visto la presenza di giallo arancio S (E 110). Visto il potenziale impatto sulla funzione cognitiva, i bambini devono essere sottoposti ogni anno ad un esame clinico per valutarne la capacita' di apprendimento ed il dosaggio deve opportunamente essere modificato. Le compresse sono controindicate nei bambini di eta' inferiore a 6 anni per il rischio di soffocamento.

INTERAZIONI

Si chiede cautela nell' associazione con altri psicofarmaci. Combinazioni controindicate. I farmaci dopaminergici e gli agenti doparminergici antiparkinsoniani sono controindicati: antagonismo reciproco dell'agente doparminergico e del neurolettico. Relativamente agli agenti dopaminergici antiparkinsoniani e' stato visto un antagonismo reciproco dell'agente antiparkinsoniano e del neurolettico. La sindrome extrapiramidale indotta dall'impiego di farmaci neurolettici deve essere trattata con un agente anticolinergico anziche' con un agente dopaminergico antiparkinsoniano. Levodopa: antagonismo reciproco di levodopa e del neurolettico. Combinazioni non raccomandate. Farmaci che prolungano l'intervallo QT: esiste un rischio piu' alto di insorgenza di aritmie quando clorpromazina e' impiegata in concomitanza con farmaci che prolungano l'intervallo QT e farmaci che causano uno squilibrio elettrolitico. Alcool: potenzia l'effetto sedativo dei farmaci neurolettici e puo' essere pericoloso guidare veicoli o usare macchinari. Evitare di consumare bevande alcoliche e di assumere farmaci contenenti alcool. Litio:l'impiego concomitante puo' causare la comparsa della sindrome confusionale, l'ipertonia e l'iperreflessia, in associazione sporadicamente ad un aumento rapido delle concentrazioni sieriche di litio. Combinazioni che richiedono precauzioni. Farmaci antidiabetici: la somministrazione concomitante di dosi elevate del medicinale e di farmaci antidiabetici puo' causare un aumento dei livelli di glicemia. Consigliare al paziente un maggiore automonitoraggio e, se necessario, aggiustare il dosaggio dell' antidiabetico durante e dopo l'interruzione del trattamento. Agenti gastrointestinali per via topica: ridotto assorbimento gastrointestinale delle fenotiazine; se possibile, non somministrarle inconcomitanza con agenti gastrointestinali topici, ma a distanza di piu' di 2 ore. Combinazioni da prendere in considerazione. Agenti antipertensivi: potenziamento dell'effetto antipertensivo e rischio di ipotensione ortostatica. Atropina e altri derivati atropinici: accumulo di effetti avversi associati ad atropina, fra cui ritenzione urinaria, costipazione e secchezza delle fauci. Altri depressivi del SNC: derivatidella morfina, barbiturici, benzodiazepine, ansiolitici, ipnotici, antidepressivi sedativi, antagonisti dei recettori H1 per l'istamina, agenti antipertensivi del sistema nervoso centrale hanno aumentato la depressione a livello centrale con possibile alterazione dello stato di vigilanza. Le fenotiazine possono variamente interferire con numerosi gruppi di farmaci, tra cui anticonvulsivanti e antiepilettici. Il rispettivo dosaggio dei farmaci in caso di associazione deve essere accuratamente determinato essendo possibile tra l'altro, che le fenotiazine riducano il metabolismo della fenilidantoina, accentuandone la tossicita', e che i barbiturici, al pari di altri induttori enzimatici a livello microsomiale, possano accentuare il metabolismo delle fenotiazine.Clorpromazina inibisce il metabolismo dell'acido valproico eaumentandone le concentrazioni. Anticolinergici: possono ridurre l'azione antipsicotica della clorpromazina. Farmaci ad attivita' leucopenizzante: per il sinergico effetto depressivo sulla crasi ematica, le fenotiazine non devono essere associate a fenilbutazone, derivati tiouracilici ed altri farmaci potenzialmente mielotossici. Metrizamide: aumenta il rischio di convulsioni da fenotiazina. E' necessario quindi sospendere laterapia almeno 48 ore prima di un esame mielografico e la somministrazione non deve essere ripresa prima di 24 ore dall'esecuzione di questo. Interazioni con i test di laboratorio: i metaboliti urinari delle fenotiazine possono impartire una colorazione scura alle urine e dare false risposte positive ai test dell'amilasi, dell'urobilinogeno, delleuroporfirine, dei porfobilinogeni e dell'acido 5-idrossi-indolacetico. Nelle donne in trattamento sono stati segnalati falsi positivi ai test di gravidanza. Antidepressivi: l'associazione con antidepressivi triciclici aumenta il rischio di effetti antimuscarinici. E' stato dimostrato che l'interazione tra clorpromazina e imipramina e' responsabiledella formazione di stomatociti, sferostomatociti e sferociti, a causa di una perdita irreversibile dell'area e del volume degli eritrociti, probabilmente dovuta alla endo-vescicolazione. Deferossamina: la somministrazione della deferossamina e della proclorperazina ha determinato una encefalopatia metabolica transitoria. E' possibile che tale situazione possa verificarsi anche con la clorpromazina, poiche' questa mostra molte delle attivita' farmacologiche della proclorperazina. Farmaci anoressizzanti e gli stimolanti serotoninergici possono interagirecon clorpromazina, con conseguente riduzione del loro effetto anoressizzante e un aumento della sintomatologia psicotica. Antibiotici: clorpromazina puo' interagire sinergicamente con agenti antimicrobici quali streptomicina, eritromicina, oleandomicina, spectinomicina, azitromicina, amoxicillina-acido clavulanico e fluorochinoloni; la concentrazione minima inibente di questi antibiotici puo' essere ridotta fino a 8.000 volte, in presenza di clorpromazina. Gli agenti antimicrobici chenon interagiscono sinergicamente con clorpromazina includono gentamicina, amoxicillina e ampicillina. Anticoaugulanti: la concomitante somministrazione di warfarin inibisce il metabolismo della clorpromazina. Farmaci antiemicranici: i derivati dell'ergot ed eletriptan possono interagire, potenziando i rispettivi effetti indesiderati. Antivirali: ritonavir puo' aumentare l'area sotto la curva concentrazione-tempo (AUC) di clorpromazina. L'amantadina, farmaco antivirale e antiparkinsoniano, antagonizza l'effetto della clorpromazina sulla motilita'. Inibitori delle colinesterasi: l'azione della clorpromazina puo' essere antagonizzata da questi farmaci inibitori dell'acetilcolinesterasi con azione centrale reversibile, utilizzati nel trattamento della malattia diAlzheimer. Naltrexone: dopo la sua somministrazione, sono state riportate sonnolenza intensa e letargia, nei pazienti trattati con fenotiazine. Tamoxifene: e' stato dimostrato che clorpromazina, grazie alle sue proprieta' anti-proliferative, puo' incrementare l'effetto del tamoxifene attraverso un meccanismo mediato dal recettore degli estrogeni. Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti. Sono stati individuati due isoenzimi CYP2D6 e CYP1A2 coinvolti nel metabolismo da clorpromazina a 7-idrossi-clorpromazina. Inibitori del CYP2D6 (principale isoenzima coinvolto nel metabolismo della clorpromazina): gli antidepressivi, il metadone, la chinidina, gli anti H2, la codeina, l'alprenololo, gli antimalarici. Inibitori del CYP1A2: gli inibitori della ricaptazione della 5HT, i fluorochinolonici, le xantine metilate, il warfarin.

EFFETTI INDESIDERATI

Frequenze reazioni avverse: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100 - < 1/10), non comune (>= 1/1.000 - < 1/100), raro (>= 1/10.000 - < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000) o non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Nessuna reazione avversae' risultata di frequenza "non comune", "raro" o "molto raro". Patologie del sistema emolinfopoietico. Frequenza non nota: agranulocitosi, leucopenia, eosinofilia, trombocitopenia, porpora, anemia emolitica, anemia aplastica. Disturbi del sistema immunitario. Frequenza non nota:lupus eritematoso sistemico, anticorpi antinucleo positivi, reazioni anafilattiche. Patologie endocrine. Comune: iperprolattinemia, amenorrea; frequenza non nota: galattorrea, ginecomastia, disfunzione erettile, alterazione dell'eccitazione sessuale femminile, estrogeni diminuiti, progesterone diminuito, gonadotropine ipofisarie diminuite. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: aumento ponderale;comune: tolleranza al glucosio alterata; frequenza non nota: iperglicemia, ipertrigliceridemia, iponatremia, secrezione inappropriata di ormone antidiuretico, glicosuria. Disturbi psichiatrici. Comune: ansia; frequenza non nota: letargia, alterazione dell'umore. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: sedazione, sonnolenza, discinesia, discinesia tardiva, sindrome extrapiramidale; comune: ipertonia, convulsione, vertigini, sincope; frequenza non nota: acinesia, ipercinesia, sindrome neurolettica maligna, insonnia, irrequietezza, euforia, agitazionepsicomotoria, depressione dell'umore o aggravamento dei sintomi psicotici, distonia muscolare, spasmi dei muscoli del collo e del tronco, opistotono, protrusione della lingua, spasmi carpo-podalici, torcicollo, crisi oculogire, trisma, sindromi pseudoparkinsoniane. Patologie dell'occhio. Frequenza non nota: disturbo dell'accomodazione, deposito oculare, midriasi, compromissione della visione, retinopatia pigmentaria. Patologie cardiache. Comune: prolungamento dell'intervallo QT rilevato all'elettrocardiogramma; frequenza non nota: tachicardia, aritmia ventricolare, fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare, torsione di punta, arresto cardiaco, morte improvvisa /morte cardiaca improvvisa (associata a possibili cause di origine cardiaca, nonché casi di morte improvvisa inspiegata in pazienti trattati con i neuroletticifenotiazine, alterazioni tracciato ECG, aritmie atriali, blocco AV. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione ortostatica; frequenza non nota: embolia venosa, embolia polmonare (talvolta con esito fatale), trombosi venosa profonda, tromboembolismo venoso, ipotensione. Patologie gastrointestinali. Molto comune: secchezza delle fauci, costipazione; frequenza non nota: colite ischemica, ileo paralitico, perforazione intestinale (talvolta ad esito fatale), necrosi gastrointestinale (talvolta ad esito fatale), colite necrotizzante (talvolta ad esito fatale), occlusione intestinale. Patologie epatobiliari. Frequenza non nota: ittero colestatico, lesioni epatiche, lesioni epatiche colestatiche, lesioni epatiche miste. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Frequenza non nota: dermatite allergica, angioedema, edema angioneurotico, orticaria, reazione di fotosensibilità, eritemi, eczemi, dermatiti esfoliative, reazione di ipersensibilità. Patologie renali e urinarie. Frequenza non nota: ritenzione urinaria (collegata ad effettianticolinergici). Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali. Frequenza non nota: sindrome da stinenza neonatale del farmaco, sintomiextrapiramidali nel neonato. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Frequenza non nota: priapismo, riduzione del volume testicolare, ingrossamento e tensione mammaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Frequenza non nota: disturbo di regolazione della temperatura, edema periferico. Esami diagnostici. Frequenza non nota: iperbilirubinemia, ipertransaminasemia, aumento della fosfatasi alcalina. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Frequenza non nota: edema laringeo, laringospasmo, broncospasmo, polmonite silente, cianosi, asfissia, patologie ab ingestis.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non somministrare nel primo trimestre di gravidanza. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza il medicinale deve essere usato solo quando ritenuto essenziale e sempre sotto il diretto controllo del medico. Un livello elevato di esposizione a clorpromazina durante la gravidanza non ha causato alcun effetto teratogeno. Si consiglia alle donne di mantenere un equilibrio psichico adeguato durante la gravidanza per evitare scompensi. Se e' necessario un trattamento per assicurare questoequilibrio, si deve iniziare o proseguire la terapia alla dose efficace per tutta la durata della gravidanza. I neonati, esposti al trattamento con antipsicotici (fra cui clorpromazina) durante il terzo trimestre di gravidanza, sono a rischio di manifestare reazioni avverse, fracui sintomi extrapiramidali e/o sintomi di astinenza che possono variare per gravita' e durata dopo la nascita. Sono stati segnalati casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, distress respiratorio o disturbi della nutrizione. Di conseguenza, i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati. Quando impiegato come antiemetico il medicinale deve essere usato in gravidanza solo nei casi di sintomatologia conclamata per la quale non sia possibile un intervento alternativo e non nei frequenti e semplici casi di emesi gravidica e tanto meno ai fini preventivi di essa. Allattamento: non e' raccomandato durante il trattamento in quanto la clorpromazina e' escreta nel latte. E'stata osservata una diminuzione della fertilita' in animali di sesso femminile trattati con il medicinale mentre i dati raccolti in animalidi sesso maschile non sono sufficienti per la stessa valutazione. Data l'interazione con i recettori dopaminergici, il medicinale puo' causare iperprolattinemia, che puo' essere associata ad una compromissionedella fertilita' femminile mentre non sono disponibili dati sufficienti, come conseguenza dell' iperprolattinemia, in relazione alla fertilita', negli uomini.

Codice: 010852046
Codice EAN:

Codice ATC: N05AA01
  • Sistema nervoso
  • Psicolettici
  • Antipsicotici
  • Fenotiazine con catena laterale alifatica
  • Clorpromazina
Temperatura di conservazione: al riparo dalla luce
Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE
Scadenza: 60 MESI
Confezionamento: BLISTER

COMPRESSE RIVESTITE

60 MESI

BLISTER