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NYVEPRIA SC 1SIR 6MG 0,6ML Produttore: PFIZER SRL

  • FARMACO DI CLASSE C
  • RICETTA LIMITATIVA

DENOMINAZIONE

NYVEPRIA 6 MG SOLUZIONE INIETTABILE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Cio' permettera' la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta).

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Immunostimolanti, fattori stimolanti le colonie.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni siringa preriempita contiene 6 mg di pegfilgrastim* in 0,6 mL disoluzione iniettabile. La concentrazione e' di 10 mg/mL considerando solo la porzione proteica**. *Prodotto in cellule di Escherichia coli con tecnologia del DNA ricombinante e successiva coniugazione con polietilenglicole (PEG). **La concentrazione e' di 20 mg/mL se si include la porzione di molecola con PEG. La potenza di questo medicinale non deve essere confrontata con quella di un'altra proteina pegilata o non pegilata appartenente alla stessa classe terapeutica. Per ulteriori informazioni, vedere paragrafo 5.1. Eccipienti con effetti noti: ogni siringa preriempita contiene 30 mg di sorbitolo (E420) (vedere paragrafo4.4). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Sodio acetato triidrato, acido acetico glaciale, sorbitolo (E420), polisorbato 20, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Riduzione della durata della neutropenia e dell'incidenza di neutropenia febbrile in pazienti adulti trattati con chemioterapia citotossicaper neoplasie (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

POSOLOGIA

La terapia con Nyvepria deve essere iniziata e seguita da medici con esperienza in oncologia e/o ematologia. Posologia: si raccomanda una dose di 6 mg di Nyvepria (una singola siringa preriempita) per ciascun ciclo di chemioterapia, somministrata almeno 24 ore dopo la chemioterapia citotossica. Popolazioni speciali. Compromissione renale: in pazienti con compromissione renale, inclusi quelli con malattia renale in stadio terminale, non sono raccomandate modificazioni della dose. Popolazione pediatrica: nei bambini e negli adolescenti, la sicurezza e l'efficacia di pegfilgrastim non sono state ancora stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2, ma nonpuo' essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Modo di somministrazione: Nyvepria e' iniettato per via sottocutanea. Leiniezioni devono essere effettuate nella coscia, nell'addome o nel braccio. Per le istruzioni sulla manipolazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

CONSERVAZIONE

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Nyvepria puo' essere tenuto a temperatura ambiente (non superiore a 25 gradi C) una solavolta e per un periodo massimo di 15 giorni. Nyvepria lasciato a temperatura ambiente per piu' di 15 giorni deve essere gettato via. Non congelare. L'esposizione accidentale a temperature di congelamento, una sola volta per meno di 24 ore, non pregiudica la stabilita' di Nyvepria. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

AVVERTENZE

Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministratodevono essere chiaramente registrati. In pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) de novo, dati clinici limitati suggeriscono un effetto paragonabile di pegfilgrastim rispetto a filgrastim sul tempo di remissione da neutropenia severa (vedere paragrafo 5.1). Tuttavia, gli effetti a lungo termine di pegfilgrastim nella LMA non sono stati stabiliti; pertanto il prodotto deve essere utilizzato con cautela in tale popolazione di pazienti. Il fattore stimolante le colonie di granulociti (G-CSF) puo', in vitro, favorire la crescita di cellule mieloidi e simili effetti possono essere osservati in vitro in alcune cellule non mieloidi. La sicurezza e l'efficacia di pegfilgrastim non sono state studiate nei pazienti con sindrome mielodisplastica, leucemia mielogena cronica e nei pazienti con LMA secondaria; di conseguenza, non deve essere usato in tali pazienti. Si deve prestare particolare attenzione per distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di LMA. L'efficacia e la sicurezza della somministrazione di pegfilgrastim in pazienti con LMA de novo di eta' < 55anni con alterazione citogenetica t(15;17), non sono state stabilite.La sicurezza e l'efficacia di pegfilgrastim in pazienti che ricevono chemioterapia ad alte dosi non sono state studiate. Questo medicinale non deve essere usato per aumentare le dosi della chemioterapia citotossica oltre quanto previsto dagli schemi posologici. Eventi avversi polmonari: a seguito della somministrazione di G-CSF, sono state segnalate reazioni avverse polmonari, in particolare polmonite interstiziale,. I pazienti con una storia recente di infiltrati polmonari o infezione polmonare potrebbero essere a piu' alto rischio (vedere paragrafo 4.8). L'insorgenza di sintomi polmonari quali tosse, febbre e dispnea associati a un quadro radiologico di infiltrati polmonari e un deterioramento della funzionalita' polmonare, associato a una conta dei neutrofili aumentata, possono costituire i segni iniziali della sindrome da distress respiratorio acuto (acute respiratory distress syndrome, ARDS). In tali circostanze, a discrezione del medico, la terapia con pegfilgrastim deve essere interrotta e deve essere istituito l'idoneo trattamento (vedere paragrafo 4.8). Glomerulonefrite: la glomerulonefrite e'stata osservata in pazienti che ricevono filgrastim e pegfilgrastim. Generalmente, gli eventi di glomerolunefrite si sono risolti dopo riduzione della dose o sospensione di filgrastim e pegfilgrastim. Si raccomanda il monitoraggio dell'esame delle urine. Sindrome da perdita capillare La sindrome da perdita capillare e' stata osservata dopo somministrazione di G-CSF ed e' caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano sintomi della sindrome da perdita capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che puo' comprendere la necessita' della terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8). Splenomegalia e rottura splenica: a seguito alla somministrazione di pegfilgrastim, sono stati segnalati casi generalmente asintomatici di splenomegalia e casi di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, il volume della milza deve essere attentamente monitorato (ad es. mediante esame clinico, ecografia). Una diagnosi di rottura splenica deve essere presa in considerazione nei pazienti che presentano dolore al quadrante superiore sinistro dell'addome o alla spalla. Trombocitopenia e anemia: il trattamento con solo pegfilgrastimnon preclude la trombocitopenia e l'anemia causate dal mantenimento di dosi piene di chemioterapia mielosoppressiva secondo lo schema previsto. Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell'ematocrito. Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, da soli o in associazione, noti per causare trombocitopenia severa. Anemia a cellule falciformi: in pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme, crisi falciformi sono state associate all'uso di pegfilgrastim (vedere paragrafo4.8). Pertanto, il medico dovra' usare cautela nel prescrivere pegfilgrastim a pazienti con tratto falcemico o affetti da malattia a cellule falciformi, dovra' monitorare gli opportuni parametri clinici e di laboratorio e dovra' prestare attenzione alla possibile associazione tra questo medicinale e un ingrossamento della milza e una crisi vaso-occlusiva. Leucocitosi. Conte di leucociti ( white blood cell, WBC) pario superiori a 100x10^9 /L sono state osservate in meno dell'1% dei pazienti trattati con pegfilgrastim. Non sono stati segnalati eventi avversi direttamente attribuibili a tale grado di leucocitosi. Tale incremento nella conta dei globuli bianchi e' transitorio, viene tipicamente osservato dopo 24 - 48 ore dalla somministrazione ed e' coerente congli effetti farmacodinamici di questo medicinale. Coerentemente con gli effetti clinici e la possibilita' di leucocitosi, deve essere effettuata una conta dei leucociti (WBC), ad intervalli regolari, durante la terapia. Se la conta dei leucociti supera il valore di 50x10^9 /L dopo il previsto nadir, la somministrazione di questo medicinale deve essere interrotta immediatamente. Ipersensibilita': in pazienti trattaticon pegfilgrastim sono state segnalate reazioni di ipersensibilita', incluse reazioni anafilattiche, che si verificano all'inizio o successivamente al trattamento. Interrompere definitivamente il trattamento con pegfilgrastim nei pazienti con ipersensibilita' clinicamente significativa. Non somministrare pegfilgrastim a pazienti con una storia di ipersensibilita' a pegfilgrastim o a filgrastim. Se si verifica una reazione allergica grave, deve essere somministrata un'appropriata terapia, seguita da un attento controllo del paziente per diversi giorni. Sindrome di Stevens-Johnson Associata al trattamento con pegfilgrastim e' stata raramente osservata la sindrome di Stevens-Johnson (SJS), chepuo' essere pericolosa per la vita o fatale. Se il paziente ha sviluppato la SJS con l'uso di pegfilgrastim, il trattamento con pegfilgrastim non deve essere mai piu' utilizzato in tale paziente (vedere anche paragrafo 4.8). Immunogenicita' Come per tutte le proteine terapeutiche, vi e' un rischio potenziale di immunogenicita'. La probabilita' di generare anticorpi contro pegfilgrastim e' generalmente bassa. Lo sviluppo di anticorpi leganti e' atteso con tutti i biologici; tuttavia, ad oggi, essi non sono stati associati ad attivita' neutralizzante.

INTERAZIONI

Data la potenziale sensibilita' alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi in rapida divisione, pegfilgrastim deve essere somministrato almeno 24 ore dopo la somministrazione della chemioterapia citotossica. Negli studi clinici, la somministrazione di pegfilgrastim 14giorni prima della chemioterapia si e' dimostrata sicura. Nei pazienti, non e' stato valutato l'uso di pegfilgrastim in concomitanza con agenti chemioterapici. In modelli animali, si e' osservato che la somministrazione contemporanea di pegfilgrastim e 5-fluorouracile (5-FU) o altri antimetaboliti potenzia la mielosoppressione. Gli studi clinici non hanno indagato in modo specifico le possibili interazioni con altrifattori di crescita ematopoietici e con le citochine. Non e' stata studiata in modo specifico la potenziale interazione con il litio, il quale promuove anch'esso il rilascio di neutrofili. Non vi sono evidenzeche tale interazione possa essere dannosa. La sicurezza ed efficacia di pegfilgrastim non sono state valutate in pazienti che ricevevano una chemioterapia associata a mielosoppressione ritardata, come le nitrosouree. Non sono stati effettuati studi specifici sulle interazioni o sul metabolismo; gli studi clinici non hanno peraltro evidenziato interazioni di pegfilgrastim con altri medicinali.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse segnalate piu' di frequente sono state il dolore osseo (molto comune [>=1/10]) e ildolore muscoloscheletrico (comune [>=1/100, <1/10]). Il dolore osseo era generalmente di entita' lieve o moderata, transitorio e nella maggior parte dei pazienti era controllabile con i comuni analgesici. Sonostati segnalati casi di reazioni di ipersensibilita', incluse eruzione cutanea, orticaria, angioedema, dispnea, eritema, rossore e ipotensione, con la prima somministrazione di pegfilgrastim o con somministrazioni successive (non comuni [>=1/1.000, <1/100]). Reazioni allergiche gravi, inclusa l'anafilassi, possono manifestarsi in pazienti che ricevono pegfilgrastim (non comuni) (vedere paragrafo 4.4). La sindrome daperdita capillare, che puo' essere pericolosa per la vita, se il trattamento viene ritardato, e' stata segnalata come non comune (>=1/1.000, <1/100) nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia a seguitodella somministrazione di G-CSF; vedere paragrafo 4.4 e paragrafo "Descrizione di reazioni avverse selezionate" sotto riportato. La splenomegalia, generalmente asintomatica, e' non comune. Sono stati segnalaticasi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, a seguito della somministrazione di pegfilgrastim (vedere paragrafo 4.4). Sono state segnalate reazioni avverse polmonari non comuni comprendenti polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare. Eccezionalmente, tali casi hanno avuto come conseguenza insufficienza respiratoria o ARDS che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4). In pazienti con tratto falcemico o affetti da malattiaa cellule falciformi sono stati segnalati casi isolati di crisi falciformi (non comuni in tali pazienti) (vedere paragrafo 4.4). I dati sottostanti descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e nelle segnalazioni spontanee. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportapresentati in ordine decrescente di gravita'. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: trombocitopenia^1, leucocitosi^1; non comune: crisi falciforme^2, splenomegalia^2, rottura splenica^2. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazioni da ipersensibilità, anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: acido urico aumentato. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea^1. Patologie vascolari. Non comune: sindrome da perdita capillare^1; raro: aortite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: sindrome da distress respiratorio acuto^2, reazioni avverse polmonari (polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare), emottisi; raro: emorragia polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea^1. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: sindrome di sweet (dermatosi febbrile acuta)^1,2, vasculite cutanea^1,2; raro: sindrome di stevens-johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore osseo; comune: dolore muscoloscheletrico (mialgia, artralgia, dolore a un arto,dolore dorsale, dolore muscoloscheletrico, dolore al collo). Patologie renali e urinarie. Non comune: glomerulonefrite^2. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore in sede di iniezione^1, dolore toracico non cardiaco; non comune: reazioni in sede di iniezione^2. Esami diagnostici. Non comune: lattato deidrogenasi e fosfatasi alcalina aumentate^1, aumento transitorio deitest di funzionalità epatica alt o ast^1. ^1 Vedere paragrafo "Descrizione di reazioni avverse selezionate" sotto riportato. ^2 Questa reazione avversa e' stata identificata attraverso la sorveglianza successiva all'immissione in commercio, ma non e' stata osservata negli studi clinici randomizzati e controllati negli adulti. La classe di frequenza e' stata determinata con un calcolo statistico basato su 1.576 pazienti trattati con pegfilgrastim in nove studi clinici randomizzati. Descrizione di reazioni avverse selezionate: sono stati segnalati casi non comuni di sindrome di Sweet, sebbene in alcuni casi possa avere contribuito la sottostante presenza di neoplasie ematologiche. Sono stati segnalati eventi non comuni di vasculite cutanea in pazienti trattati con pegfilgrastim. Il meccanismo che causa la vasculite nei pazienti trattati con pegfilgrastim e' sconosciuto. Reazioni in sede di iniezione, comprendenti eritema in sede di iniezione (non comune) cosi' come dolore in sede di iniezione (comune), si sono verificate al momento deltrattamento iniziale con pegfilgrastim o dei successivi trattamenti. Sono stati segnalati casi comuni di leucocitosi (WBC >100 x 10^9 /L) (vedere paragrafo 4.4). Nei pazienti trattati con pegfilgrastim dopo chemioterapia citotossica, aumenti reversibili, di grado lieve o moderato di acido urico e fosfatasi alcalina non accompagnati da sintomi clinici, sono non comuni; aumenti reversibili, di grado lieve o moderato di lattato deidrogenasi, non accompagnati da sintomi clinici, sono non comuni. Nausea e cefalea sono state osservate molto comunemente nei pazienti che ricevevano chemioterapia. Casi non comuni, di aumento dei test di funzionalita' epatica (LFT) per alanina aminotransferasi (ALT) o aspartato aminotransferasi (AST), sono stati osservati in pazienti che hanno ricevuto pegfilgrastim dopo chemioterapia citotossica. Questiaumenti sono transitori e reversibili. Sono stati segnalati casi comuni di trombocitopenia. Casi di sindrome da perdita capillare con l'utilizzo di G-CSF, sono stati segnalati nella fase successiva all'immissione in commercio. Questi generalmente si manifestano in pazienti con malattie maligne avanzate, sepsi, che stanno assumendo piu' farmaci chemioterapici o sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica: l'esperienza nei bambini e' limitata. E' stata osservatauna frequenza piu' alta di reazioni avverse gravi nei bambini di eta'0-5 anni (92%), rispetto a bambini e adolescenti di eta' superiore, rispettivamente, compresa tra 6 e11 anni e tra 12 e 21 anni (80% e 67%), e agli adulti. L'evento avverso piu' comune segnalato e' stato il dolore osseo (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). Segnalazione delle reazioni avverse sospette: la segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell'allegato V.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: i dati relativi all'uso di pegfilgrastim in donne in gravidanza non esistono o sono disponibili in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Pegfilgrastim non e' raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non usano misure contraccettive. Allattamento: esistono informazioni insufficienti sull'escrezione di pegfilgrastim/metaboliti nel latte materno. Il rischio per neonati/lattanti non puo' essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con pegfilgrastim tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilita': Pegfilgrastim non ha avuto effetti sulla capacita' riproduttiva o sulla fertilita' in ratti maschi o femmine alle dosi cumulative settimanali da 6 a 9 volte circa la dose piu' alta raccomandata nell'uomo (calcolata sulla base della superficie corporea) (vedere paragrafo 5.3).

Codice: 049200013
Codice EAN:

Codice ATC: L03AA13
  • Farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
  • Immunostimolanti
  • Fattori di stimolazione delle colonie
  • Pegfilgrastim
Temperatura di conservazione: da +2 a +8 gradi, al riparo dalla luce, non congelare
Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SIRINGA

SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

SIRINGA