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LISAMETHYLE EV 120MG/2ML+F 2ML Produttore: LISAPHARMA SPA

  • FARMACO DI CLASSE C
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

LISAMETHYLE POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Corticosteroidi sistemici, non associati.

PRINCIPI ATTIVI

Metilprednisolone.

ECCIPIENTI

Fiala solvente: acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Disordini endocrini: insufficienza adrenocorticale acuta (l'idrocortisone o il cortisone sono i farmaci di scelta: l'aggiunta di mineralcorticoidi puo' essere necessaria, soprattutto quando vengono usati gli analoghi sintetici). Malattie del collagene: durante una riacutizzazione o come terapia di mantenimento in particolari casi di Lupus eritematosus sistemico. Alterazioni dermatologiche: pemfigo; eritema multiforme grave (Sindrome di Stevens-Johnson); dermatite esfoliativa. Stati allergici Controllo di condizioni allergiche gravi o inabilitanti non rispondenti alla terapia tradizionale, in caso di: Asma bronchiale; dermatite da contatto; malattia da siero; reazioni di ipersensibilita' ai farmaci; edema angioneurotico, orticaria, shock anafilattico (in aggiunta all'adrenalina). Malattie gastrointestinali: colite ulcerosa (terapia sistemica o come clistere ritentivo o a goccia per far superare alpaziente una fase particolarmente critica della malattia), ileite segmentaria. Stati edematosi: per indurre la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrosica senza uremia o di tipo idiopatico o dovute a lupus eritematosus sistemico. Sistema nervoso centrale: edema cerebrale da tumore primario o metastatico e/o associato a terapia chirurgica o radiante, riacutizzazioni della sclerosi multipla, lesioni acute del midollo spinale. Il trattamento deve iniziare entro 8 ore dal verificarsi del trauma. Affezioni neoplastiche: trattamento palliativo di: leucemie e linfomi negli adulti, leucemia acuta dell'infanzia. Terapia palliativa dei tumori in fase molto avanzata. Il prodottopuo' anche essere usato nelle seguenti condizioni: neurodermite generalizzata; febbre reumatica acuta. Shock grave: emorragico, traumatico,chirurgico. Nei casi di shock grave, l'uso del medicinale endovena puo' aiutare nel ripristino della situazione emodinamica. La terapia corticosteroidea non deve essere considerata come sostituzione dei metodistandard per combattere lo shock ma esperienze recenti indicano che l'uso concomitante di dosi massive di corticosteroidi insieme ad altre misure terapeutiche, puo' aumentare l'indice di sopravvivenza. Ustioniesofagee: in caso di ustioni esofagee dovute ad ingestione di agenti caustici, la terapia corticosteroidea ha diminuito l'incidenza di aderenze e di morbilita'. Per esplicare la loro azione i corticosteroidi devono essere somministrati entro 48 ore dalla avvenuta ustione. Uno steroide a rapida azione come il farmaco puo' essere somministrato insieme a fluidi e antibiotici, quale trattamento iniziale. Dopo esofagoscopia la somministrazione del farmaco puo' essere interrotta in pazientiche non presentano ustioni. Il trattamento di questi pazienti con danno esofageo dovrebbe continuare con Metilprednisolone acetato o compresse a base di Metilprednisolone acetato se tollerato piu' antibiotici e drenaggio; prevenzione della nausea e del vomito associati a chemioterapia antitumorale; terapia adiuvante nelle gravi pneumopatie da Pneumocystis carinii in soggetti affetti da A.I.D.S. La somministrazione deve essere effettuata entro 24 ore dall'inizio del trattamento antimicrobico.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; infezioni micotiche sistemiche.

POSOLOGIA

Quando e' richiesto un trattamento ad alte dosi, la dose raccomandatae' di 30 mg/kg somministrata per via endovenosa in un intervallo di tempo di almeno 30 minuti. Questa dose puo' essere ripetuta ogni 4-6 ore per un periodo di 48 ore. La dose iniziale dovrebbe essere somministrata per via endovenosa nell'arco di piu' minuti. In generale, la terapia con corticosteroidi a dosi elevate deve essere continuata solo sino a che la condizione del paziente si sia stabilizzata; generalmente non oltre le 48-72 ore. Sebbene gli effetti collaterali associati alla terapia con corticoidi a dose elevata per breve termine siano rari, sipuo' verificare un'ulcera peptica. Puo' essere indicata una terapia anti-acida profilattica. Quando e' richiesto un trattamento mediante lasomministrazione endovenosa in bolo per stati patologici in riacutizzazione e/o non piu' responsivi alla terapia standard, quali quelli sotto elencati, i dosaggi consigliati sono i seguenti. Sclerosi multipla:1 g/die per 3 giorni o per 5 giorni. Stati edematosi (glomerulonefrite, nefrite lupica): 30 mg/kg a giorni alterni o 1 g/die per 3, 5 o 7 giorni. Tali schemi possono essere ripetuti qualora non si fosse notatoun miglioramento entro la settimana successiva alla fine del trattamento, o qualora le condizioni del paziente lo suggerissero. Lesioni acute del midollo spinale: somministrare 30 mg/kg e.v., di medicinale in bolo nell'arco di 15 minuti, seguito da un intervallo di 45 minuti e quindi da un'infusione di mantenimento di 5,4 mg/kg per ora durante le successive 23 ore. Per la pompa d'infusione dovrebbe essere utilizzatoun sito endovenoso distinto. Il trattamento deve iniziare entro 8 oredal verificarsi del trauma. Terapia palliativa nel tumore in fase molto avanzata: 120 mg/die e.v. fino a 8 settimane, hanno dimostrato di migliorare significativamente dolore, nausea/vomito, anoressia, asteniaed ansia. Nella prevenzione della nausea e del vomito associati a chemioterapia antitumorale sono consigliati i seguenti schemi posologici:nella chemioterapia da lieve a moderatamente emetizzante, somministrare: 120-240 mg di metilprednisolone sodio succinato da solo o associato ad una fenotiazina clorurata un'ora prima della chemioterapia, seguito da una seconda dose di metilprednisolone sodio succinato al momentodella chemioterapia, e da una dose finale di metilprednisolone sodio succinato da somministrarsi prima che il paziente venga dimesso per garantire una copertura antiemetica prolungata dopo che il paziente ha lasciato l'ospedale; nella chemioterapia altamente emetizzante, somministrare: 240 mg di metilprednisolone sodio succinato + 1-2,5 mg di droperidolo o 1,5-2 mg/kg di metoclopramide un'ora prima della chemioterapia. Una seconda dose di metilprednisolone sodio succinato somministrata al momento della chemioterapia. Una dose finale di metilprednisolonesodio succinato e' somministrata prima che il paziente venga dimesso per garantire una copertura antiemetica prolungata dopo che il paziente ha lasciato l'ospedale. Terapia adiuvante della polmonite da Pneumocystis carinii grave nei pazienti con A.I.D.S.: 0,5 mg/kg ogni 6 ore per un periodo di 10 giorni. La somministrazione deve avvenire entro 24 ore dall'inizio della terapia antimicrobica. Nelle altre indicazioni la dose iniziale puo' variare da 10 a 40 mg di metilprednisolone a seconda della condizione clinica da trattare. Dosi piu' elevate possono essere richieste per il trattamento a breve termine di condizioni acute e gravi. La dose iniziale dovrebbe essere somministrata per via endovenosa nell'arco di piu' minuti. Le dosi successive possono essere somministrate per via endovenosa o intramuscolare ad intervalli determinatisulla base della risposta del paziente e delle sue condizioni cliniche. La terapia corticosteroidea e' una terapia adiuvante e non sostitutiva della terapia convenzionale. La dose puo' essere ridotta nei neonati e nei bambini, ma deve essere determinata soprattutto in funzione della gravita' delle condizioni e della risposta del paziente piuttostoche dalla sua eta' e dal suo peso. Essa non dovrebbe essere inferiorea 0,5 mg/kg/die. Il dosaggio deve essere diminuito gradualmente quando il farmaco e' stato somministrato per piu' giorni. Qualora, durante il trattamento di una malattia cronica, fosse notato un periodo di remissione spontanea il farmaco dovrebbe essere sospeso. Il prodotto puo'essere somministrato mediante iniezione endovenosa o intramuscolare oper infusione endovenosa. Per il trattamento iniziale di emergenza, la via di somministrazione preferita e' quella endovenosa. Istruzioni per la ricostituzione e la diluizione Rimuovere la capsula protettiva del flaconcino e procedere nel modo usuale. Per somministrazione intramuscolare ed endovenosa in bolo, non e' necessaria un'ulteriore diluizione. Per la somministrazione mediante infusione endovenosa, diluire ilfarmaco in un volume da 100 a 1000 ml (mai inferiore a 100 ml) di glucosio 5% o di sodio cloruro 0.9% (soluzione fisiologica) o di glucosio5% in sodio cloruro 0.9% (soluzione fisiologica), se il paziente non e' a dieta iposodica e in questa soluzione. Dopo la diluizione o ricostituzione della soluzione, il medicinale deve essere usato entro 4 ore.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

Particolare attenzione deve essere riservata allo sviluppo corporeo di neonati e bambini sottoposti a prolungata terapia a base di corticosteroidi. Dal momento che l'insorgenza di effetti collaterali e' in rapporto al dosaggio e alla durata del trattamento, e' necessario valutare attentamente tali fattori in ogni singolo paziente. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi puo' aumentare. Inoltre questi farmaci vanno usati con estrema cautela in pazienti con herpes simplex oculare a causa di una possibile perforazione corneale. L'impiego del medicinale nella tubercolosi attiva va limitato a quei casi di malattia fulminante o disseminata in cui il corticosteroide e' usato per il trattamento della malattia sotto un opportuno regime antitubercolare. Se i corticosteroidi sono somministrati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, e' necessaria una stretta sorveglianza in quanto si puo' verificare una riattivazione della malattia in particolare nei pazienti immunocompromessi nei quali deve essere valutata l'opportunita' di una terapia antitubercolare. In questi pazienti deve inoltre essere considerata la possibilita' di attivazione di altre infezioni latenti. Duranteuna terapia prolungata, deve essere istituita una copertura chemioprofilattica. L'insufficienza surrenalica secondaria indotta dal farmaco puo' essere minimizzata mediante una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di insufficienza relativa puo' persistere per mesi dopo l'interruzione della terapia; pertanto, se il paziente e' soggetto a condizioni di stress durante questo periodo, si deve adottare una idonea terapia ormonale. Poiche' la secrezione mineralcorticoide puo' essere alterata, somministrare in associazione sali e/o farmaci ad attivita' mineralcorticoide. In corso di terapia si suggerisce di ridurre gradualmente la posologia allo scopo di trovare la piu' bassa dose di mantenimento. Una instabilita' emotiva preesistente o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi, che in tal caso vanno somministrati solo nei casi di effettiva necessita' e sotto stretta sorveglianza. L'acido acetilsalicilico deve essere usato con cautela in corso di terapia corticosteroidea nei pazienti con ipoprotrombinemia. Gli steroidi devono essere usati con cautela in caso di coliti ulcerose non specifiche se vi e' pericolo di perforazione; di ascessi o di altra infezione piogena; diverticoliti; anastomosi intestinali recenti; ulcera peptica latente o attiva; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi e miastenia grave. I dati emersi da uno studio clinico condottonegli U.S.A. per valutare l'efficacia nello shock settico hanno messoin evidenza una maggiore incidenza di mortalita' nei pazienti con elevati valori di creatinina sierica all'inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato un'infezione secondaria dopo l'inizio del trattamento. La somministrazione di corticosteroidi puo' ridurre o abolire la risposta ai test cutanei. Nei pazienti in terapia corticosteroidea sottoposti a particolari stress e' indispensabile un adattamento della dose a seconda dell'entita' della condizione stressante.I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti; valutare l'opportunita' di istituire un'adeguata terapia antibiotica. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare un'alterazione del bilancio elettrolitico, e' opportuno ridurre l'apporto di sodio ed aumentare quello di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione di calcio. Non effettuare altri procedimentidi immunizzazione in pazienti sotto terapia corticosteroidea, particolarmente a dosi elevate, a causa dei rischi possibili di complicazionineurologiche e di una diminuita risposta anticorpale. Poiche' si sonoavuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, devono essere prese le opportune precauzioni prima della somministrazione, particolarmente quando il paziente risulti alla anamnesi allergico ai medicamenti. Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazioni rapide di dosi elevate (superiori a 500 mg) per via endovenosa. Queste reazioni sono apparse soprattutto in soggetti che avevano subito trapianti renali e pare siano dovute in qualche caso alla velocita' di somministrazione, ad es. quando la dose viene somministrata in tempo inferiore ai 10 minuti. L'uso del prodotto in questa condizione patologica non e' tra le indicazioni elencate, tuttavia i medici devono essere informati di questa evenienza. Il metilprednisolone sodio succinato non deve essere usato come terapia di routine nel trauma cranico. I risultati di uno studio multicentrico hanno infatti mostratoun aumento della mortalita', nelle due settimane successive al trauma, nei pazienti ai quali e' stato somministrato metilprednisolone sodiosuccinato rispetto al placebo (rischio relativo: 1,18). Non e' comunque stata individuata una relazione causale con il trattamento con il metilprednisolone sodio succinato.

INTERAZIONI

Gli effetti del metilprednisolone possono essere ridotti dalla contemporeanea assunzione di rifampicina o di antiepilettici, come ad esempio i barbiturici o la fenitoina. Per contro, l'assunzione concomitante di troleandomicina, eritromicina o ketoconazolo puo' aumentare gli effetti del farmaco. L'effetto del metilprednisolone puo' essere aumentato anche dalla somministrazione di metotrexate, mentre metilprednisolone e ciclosporina A inibiscono il reciproco metabolismo. Sono stati segnalati anche casi di convulsioni in corso di trattamento con ciclosporina e metilprednisolone ad alte dosi. L'assunzione contemporanea di metilprednisolone e salicilati vede l'efficacia di questi ultimi diminuita, e possono verificarsi, a volte, casi di salicismo all'interruzionedella terapia steroidea. Il metilprednisolone, inoltre, puo' far precipitare crisi miasteniche in presenza di farmaci anticolinesterasici (neostigmina, piridostigmina). In caso di somministrazione contemporanea di farmaci anticoagulanti l'azione di questi ultimi puo' risultare aumentata o ridotta. E' pertanto consigliabile, in questi casi, aggiustare il dosaggio in base alla risposta clinica. L'azione glucomineralcorticoide del metilprednisolone, e in particolare l'effetto di ritenzione del sodio e di perdita del potassio, possono ridurre l'efficacia diuna preesistente terapia antiipertensiva o potenziare la tossicita' dei diuretici o della digossina. Anche la risposta agli agenti ipoglicemizzanti (orali o insulina) risulta ridotta nei pazienti diabetici. Diminuendo la risposta immunitaria, il metilprednisolone puo' aumentare gli effetti indesiderati dei vaccini viventi, fino ad arrivare allo sviluppo di malattie dovute alla disseminazione virale. La risposta anticorpale ai vaccini uccisi, invece, puo' risultare ridotta. Il metilprednisolone, infine, riduce l'efficacia a livello neuromuscolare del pancuronio, puo' determinare la necessita' di un aggiustamento della dosenei soggetti in trattamento con psicofarmaci (ansiolitici e antipsicotici), aumenta la risposta agli agenti simpaticomimetici (come ad esempio il salbutamolo) e puo' modificare i livelli ematici di teofillina.

EFFETTI INDESIDERATI

In corso di terapia corticosteroidea, specialmente se intensa e prolungata, possono insorgere alcuni fra i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idroelettrolitico, in particolare ritenzione di sodio e perdita di potassio, che in rari casi ed in pazienti predisposti possono condurre all'ipertensione ed all'insufficienza cardiaca congestizia. Alterazioni muscoloscheletriche quali osteoporosi, miopatia, debolezza muscolare, fragilita' ossea. Fratture patologiche e da compressione vertebrale. Rotture dei tendini. Sono stati segnalati alcuni casi di necrosi asettica della testa del femore e dell'omero. Complicazioni a carico dell'apparato gastrointestinale che possono arrivare fino alla comparsa o alla attivazione di un'ulcera peptica, di un'esofagite, di unapancreatite. Alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilita' della cute, petecchie, ecchimosi, eritema facciale, aumento della sudorazione. Alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea ed aumento della pressione endocranica, convulsioni. Alterazioni psichiche quali euforia, insonnia, cambiamento di personalita', gravi depressioni fino a manifestazioni francamentepsicotiche. Disendocrinie, quali irregolarita' mestruali. Disturbi della crescita nei bambini. Aspetto simil cushingoide. Interferenza con la funzionalita' dell'asse ipofisi-surrene, particolarmente in momentidi stress. Diminuita tolleranza ai glucidi e possibile manifestazionedi un diabete mellito latente nonche' aumentata necessita' di farmaciipoglicemizzanti nei diabetici. Complicazioni oftalmiche quali cataratte posteriori subcapsulari ed aumentata pressione intraoculare, glaucoma, esoftalmo. Negativizzazione del bilancio dell'azoto. Inoltre, in seguito a somministrazione parenterale di corticosteroidi si sono osservati: iperpigmentazione o ipopigmentazione; atrofia della cute e degli annessi cutanei, ascessi sterili, reazioni anafilattiche con o senzacollasso circolatorio, arresto cardiaco e broncospasmo, orticaria, nausea e vomito, aritmie cardiache, ipotensione o ipertensione arteriosa.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non esistendo dati clinici sugli effetti della terapia corticosteroidea sulla riproduzione, nella donna in stato di gravidanza accertata o presunta, o in corso di allattamento, l'uso dei corticosteroidi deve esser riservato ai casi di effettiva necessita'. Qualora fosse improrogabile il trattamento prolungato o ad alte dosi con corticosteroidi durante la gravidanza, il neonato dovra' essere attentamente controllato per escludere la presenza di iposurrenalismo.

Codice: 039507037
Codice EAN:

Codice ATC: H02AB04
  • Preparati ormonali sistemici,escl.ormoni sessuali e insuline
  • Corticosteroidi sistemici
  • Corticosteroidi sistemici, non associati
  • Glicocorticoidi
  • Metilprednisolone
Temperatura di conservazione: inferiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

FLACONE