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GENTALYN INIET 5F 1ML 10MG/1ML Produttore: MSD ITALIA SRL

  • FARMACO MUTUABILE
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

GENTALYN SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antibatterici aminoglicosidici.

PRINCIPI ATTIVI

Gentamicina solfato.

ECCIPIENTI

Metile para-idrossibenzoato, propile para-idrossibenzoato, sodio metabisolfito, sodio edetato, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Infezioni da germi sensibili alla gentamicina. Forme pleuro-polmonari: bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca lobare, pleuriti, empiemi. Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell'uretere, dellavescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelvi-peritoniti, mastiti, ecc. Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e neitrapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. Nelle infezioni da germi gram-negativi sospette o documentate, il medicinale puo' essere considerato come farmaco di scelta. Nelle infezioni gravi che mettono in pericolo la vita del paziente il farmaco puo' essere somministrato in associazione ad un antibiotico beta-lattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e unantibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; una anamnesi di ipersensibilita' o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi controindica l'uso dell'antibiotico; controindicato in gravidanza.

POSOLOGIA

Il medicinale puo' essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia e' identica. La via endovenosa e' consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non e' attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di formemieloproliferative). La somministrazione endovenosa sara' effettuata preferibilmente mediante perfusione in 1-2 ore, alle stesse dosi previste per la via intramuscolare. Ogni singola dose dovra' essere diluitain 100-200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambini il volume del diluente sara' ridotto. In ogni caso la concentrazione del farmaco non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%). Il medicinale e' stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia e' peraltro da limitarsi a casi eccezionali). Altre vie di somministrazione: esistono esperienze cliniche sull'impiego del farmaco per via endorachidea ed intraventricolare (adulti 4-8 mg/die, bambini 1-2 mg/die). Pazienti con funzionalita' renale normale: 3-6 mg/kg di peso corporeo al giorno in dose singola (preferita) o 2 dosi singole. La dose giornaliera nei lattanti dopo il primo mese di vita e' di 4,5-7,5 mg/kg di peso corporeo al giorno in dose singola (preferita) o 2 dosi singole. La dose giornaliera nei neonati e' di 4-7 mg/kg di peso corporeo al giorno. A causa dell'emivita piu' lunga, nei neonati la dose giornaliera richiesta viene somministrata in 1 dose singola. L'adeguamentodel dosaggio deve essere fatto in funzione dell'eta' del paziente, del tipo e della gravita' dell'infezione. Nei pazienti obesi il dosaggiodeve essere calcolato in base al loro peso corporeo teorico. La durata del trattamento e' in genere di 7-10 giorni. Nelle infezioni gravi ocomplicate puo' rendersi necessario un trattamento piu' prolungato. In tali casi puo' aumentare il rischio di effetti secondari per cui si dovra' rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalita' renale, uditiva e vestibolare. E' comunque consigliabile continuarela terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento. Pazienti con funzionalita' renale alterata: ridurre la dose giornaliera raccomandata e adattarla alla funzione renale. La frequenza della somministrazione verra' stabilita in base alla funzionalita' renale. Test di funzionalita'renale. Adulti, dose di 1- 1,17 mg/kg. Clcr > 70 ml/min, creatinina sierica < 1,4% mg, azotemia < 18% mg: ogni 8 ore; clcr > 35 e < 70, creatinina sierica > 1,4 e < 1,9% mg, azotemia > 18 e < 29% mg: ogni 12 ore. Bambini dose di 2-2,5 mg/kg. Clcr > 24 e < 34, creatinina sierica > 2,0 e < 2,8% mg, azotemia > 30 e < 39% mg: ogni 18 ore; clcr > 16 e < 23, creatinina sierica > 2,9 e < 3,7% mg, azotemia > 40 e < 49% mg: ogni 24 ore; clcr > 10 e < 15, creatinina sierica > 3,8 e < 5,3% mg, azotemia > 50 e < 74% mg: ogni 36 ore; clcr > 5 e < 9, creatinina sierica > 5,4 e < 7,2, azotemia > 75 e < 100% mg: ogni 48 ore. La frequenzadelle somministrazioni puo' essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema: creatininemia (mg/100 ml) x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi: la quantita' di farmaco rimossa dal plasmapuo' variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Una emodialisi di 6 ore puo' ridurre i livelli plasmatici di medicinale di circa il 50%. Le dosi consigliate alla fine diogni dialisi sono comprese tra 1- 1,7 mg/kg in base al grado di severita' dell'infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantita' minore rispetto all'emodialisi. Il monitoraggio della concentrazione sierica di gentamicina e' raccomandato, soprattutto negli anziani, nei neonati e nei pazienti con funzionalita' renale compromessa. I campioni sono stati prelevati alla fine dell'intervallo delle dosi (livello di valle). I livelli di valle non devono superare i 2 mcg/ml di gentamicina somministrata due volte al giorno e 1 mcg/ml per una dose una volta al giorno.

CONSERVAZIONE

Prodotto da 80 mg/2 ml e 40 mg/1 ml soluzione iniettabile: questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione per la conservazione. Prodotto da 120 mg/1,5 ml, 160 mg/2 ml, 10 mg/1 ml e 20 mg/2 ml soluzione iniettabile: non conservare a temperatura superiore ai 25 gradiC.

AVVERTENZE

I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale tossicita' associata con il loro utilizzo. Poiche' i pazienti anziani e i bambini possono essere particolarmente a rischio, e' consigliabile mantenerli sotto stretto controllo clinico. Occorre effettuare una valutazione periodica della funzionalita' renale e degli elettroliti sierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono il farmaco per piu' di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliate per l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Per evitare le reazioni avverse, deve essere continuamente monitorata (prima, durante e dopo) la funzionalita' renale, e' raccomandato il controllo della funzione del vestibolo e della coclea e dei parametri epatici di laboratorio. Il farmaco e' potenzialmentenefrotossica. Il rischio di nefrotossicita' aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalita' renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata. Inoltre, si puo' verificare ototossicita', sia di tipo vestibolare che uditivo, soprattutto in pazienti con danno renale preesistente e in pazienti con funzionalita' renale normaletrattati con dosaggi piu' elevati e per periodi superiori a quelli raccomandati. L'urina deve essere esaminata per l'eventuale riduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Occorre determinare periodicamente l'azoto ureico e l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Se fattibile, si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicita' o nefrotossicita' occorre modificare la posologia o interrompere il farmaco. Al pari degli altri aminoglicosidi, in rari casi modifiche della funzionalita' renale o dell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia. Se possibile, le concentrazioni sieriche degli amino glicosidi devono essere monitorate al fine di assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, occorre aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, occorre modificare le dosi in modo da evitare livelli sopra i 2 mcg/ml.Picchi eccessivi e/o concentrazioni sieriche di aminoglicosidi troppoelevate possono aumentare il rischio di tossicita' renale o dell'ottavo nervo cranico. In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica puo' comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come base per modificare il dosaggio. Si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici. L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico o topico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossici deve essere evitata. Se l'utilizzo di queste associazioni e' necessario, occorre sorvegliare strettamente le funzioni renali con test di laboratorio appropriati. L'eta' avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicita' per i pazienti. Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati nel gatto trattato con dosi elevate (40 mg/kg) di gentamicina. La possibilita' che tali fenomeni accadano nell'uomo va tenuta in considerazione se la gentamicina e' somministrata per qualsiasi via a pazienti in trattamento con farmaci bloccanti neuromuscolari, quali succinilcolina, tubocurarina o decametonio, anestetici o trasfusioni massive di sangue contenente citrato come anticoagulante. In caso simanifesti blocco neuromuscolare, l'utilizzo di sali di calcio puo' rendere reversibile tale fenomeno. Gli aminoglicosidi si devono utilizzare con cautela in pazienti con disturbi neuromuscolari, quali miastenia grave, parkinsonismo o botulismo infantile, poiche' tali farmaci possono in via teorica aggravare la debolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-simile sulle sinapsi neuromuscolari. Pazienti anziani possono avere una riduzione della funzione renale, che puo' non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. L'esame della clearance creatininica puo' risultare piu' utile. e' particolarmente importante in tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina. In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina e' stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica. E' dimostrata una allergenicita' crociata fra aminoglicosidi.Durante il trattamento i pazienti devono essere ben idratati. Il trattamento con gentamicina puo' comportare la crescita eccessiva di microorganismi insensibili al farmaco. Se questo accade, e' indicata una terapia appropriata. Quando si utilizza unitamente alla terapia sistemica, si deve tener conto della possibilita' di un aumento dei livelli sierici specialmente se si somministra direttamente per via endotracheale. Il prodotto contiene sodio bisolfito. Molto raramente, a seguito dell'uso di aminoglicosidi, compresa gentamicina, sono stati riportati sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica. Diarrea e colite pseudomembranosa sono state osservate quando la gentamicina e' associata con altri antibiotici. Queste diagnosi devono essere considerate in ogni paziente che sviluppa diarrea durante o subito dopo il trattamento. Interrompere il farmaco se una diarrea grave e/o diarrea sanguinosa si presenta durante il trattamento e deve essere iniziata la terapia appropriata. Soggetti candidati al trattamento con il farmaco per via intratecale sono solitamente trattati contemporaneamente con gentamicina per via sistemica. Non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacia nei bambini di eta' inferiore ai tre mesi. Non e' stata definita la sicurezza dell'iniezione intratecale del farmaco durante la gravidanza. Il medicinale contiene sodio metabisolfito.

INTERAZIONI

E' stata dimostrata una allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. E' stato riferito un aumento della nefrotossicita' potenziale della gentamicina a seguito della somministrazione susseguente o contemporanea;che dovrebbe essere evitata; di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, streptomicina, vancomicina, kanamicina, amicacina, neomicina, paramomicina, tobramicina,organoplatini, metotrexate ad alte dosi, ifosfamide, pentamidina, foscarnet, alcuni farmaci antivirali (aciclovir, ganciclovir, adefovir, cidofovir, tenovir), amfotericina B, immunosoppressori quali ciclosporina, o tacrolimo e mezzi di contrasto iodati, altri aminoglicosidi e alcune cefalosporine, o di diuretici potenti quali l'acido etacrinico e la furosemide. Un aumento della nefrotossicita' e' stata riportata a seguito della co-somministrazione di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine. L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicita'. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti. Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantita' significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicita' di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione. Prove in vitro hanno evidenziato che la miscela di un aminoglicoside con antibiotici beta-lattamici (penicilline o cefalosporine) puo' comportare un'attivazione reciproca. In pazienti con disturbi della funzionalita' renale ed in alcuni pazienti con funzione renale nella norma e' stata riportata una riduzione dell'emivita o dei livelli sierici dell'aminoglicoside, anche quando un aminoglicoside ed un farmaco penicillino-simile sono somministrati separatamente per vie diverse.Una riduzione dell'emivita sierica della gentamicina e' stata osservata in pazienti con grave insufficienza renale trattati contemporaneamente con carbenicillina e gentamicina. Abitualmente, tale inattivazionedell'aminoglicoside e' clinicamente significativa solo in pazienti con grave insufficienza renale. Sebbene il blocco neuromuscolare non siastato riferito in clinica ne' con gentamicina ne' con altri aminoglicosidi, questa reazione e' potenzialmente verificabile soprattutto se il medicinale viene somministrato con succinilcolina o tubocurarina o durante trasfusioni massive di sangue citrato; qualora si verificasse, il blocco puo' essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La co-somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, di altri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puo' accrescere il rischio di tali effetti. Il prodotto non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci. In vitro l'associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puo' causare una reciproca e significativa inattivazione. Anche quandoun antibiotico aminoglicosidico e uno penicillino simile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si e' verificata una riduzione dell'emivita o dei livelli plasmatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale e in alcuni pazienti con funzionalita' renale normale. E' stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica del medicinale in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina.

EFFETTI INDESIDERATI

Nefrotossicita': sono stati segnalati effetti collaterali di tipo renale, come dimostrato dalla presenza nelle urine di filamenti, cellule o proteine, o dall'aumento nel sangue dell'azoto ureico e dell'azoto non proteico, della creatinina sierica e dall'oliguria. Anziani e bambini possono essere particolarmente a rischio, occorre quindi una stretta sorveglianza clinica. E' consigliabile effettuare una valutazione basale e periodica della funzionalita' renale e degli elettroliti sierici per i pazienti che ricevono una terapia prolungata (maggiore di 7-10giorni) con il farmaco o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliate per l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Gli effetti indesiderati renali sono stati riferiti piu'frequentemente in soggetti con ridotta funzionalita' renale o trattati per periodi piu' lunghi o con dosi piu' elevate di quelle consigliate. Neurotossicita': sono stati segnalati effetti indesiderati a caricodei rami vestibolare e uditivo dell'ottavo paio di nervi cranici, prevalentemente in pazienti con insufficienza renale e in pazienti sottoposti a trattamenti protratti e/o con dosi elevate. I sintomi riscontrati includono ronzii, capogiri, vertigini, tinnito e riduzione della sensibilita' uditiva. La riduzione della sensibilita' uditiva si manifesta inizialmente con la diminuzione dell'acuita' dei toni alti e puo' essere di tipo irreversibile. Le alterazioni vestibolari possono essereirreversibili. Altri fattori che possono aumentare il rischio di ototossicita' includono: disidratazione, somministrazione concomitante di diuretici quali acido etacrinico e furosemide o somministrazione pregressa di altre sostanze ototossiche. Sono stati altresi' osservati: torpore, parestesie, fascicolazioni, convulsioni e sindrome tipo miastenia gravis. Il rischio di reazioni tossiche e' basso in pazienti con funzionalita' renale normale che non ricevono il medicinale a dosi piu' elevate o per un periodo di tempo piu' lungo di quanto raccomandato. Altre reazioni secondarie descritte raramente e riferite in termini solopossibilistici all'uso del medicinale sono: depressione respiratoria,letargia, confusione, depressione, disturbi della visione, anoressia,perdita di peso, variazioni della pressione arteriosa, eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, febbre, cefalea, nausea, vomito,scialorrea, stomatite, porpora, pseudotumor cerebri, sindrome cerebrale organica acuta, fibrosi polmonare, alopecia, dolore alle articolazioni, stati transitori di epatomegalia e splenomegalia, colite pseudomembranosa. Alterazioni dei parametri di laboratorio correlate alla somministrazione del farmaco includono: aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio. Sono stati osservati casi di anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, sindrome simil Fanconi conaminoaciduria e acidosi metabolica. Le anormalita' nei valori dei test clinici di laboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica. La tollerabilita' locale a livello del sito di iniezione e' generalmente buona. Occasionalmente e' stato segnalato dolore nel sito di iniezione e raramente atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale. Somministrazione intratecale: la tollerabilita' locale per l'iniezione intratecale del medicinale e' stata buona. Sono stati riferiti casi rari di aracnoidite o di bruciore nel sito di iniezione. Poiche' il dosaggio raccomandato per l'iniezione intratecale del medicinale e' basso, il rischio potenziale di effetti avversisistemici e' minimo. L'iniezione intratecale del medicinale e' raccomandata come terapia addizionale con altri antibiotici, quali gentamicina parenterale, che deve essere somministrata a dose terapeutica piena. Evidenza di disfunzioni dell'ottavo paio di nervi, modifiche nella funzionalita' renale, crampi alle gambe, eruzioni cutanee, febbre, convulsioni e aumento delle proteine del liquido cerebro spinale sono stati riferiti in pazienti che sono stati trattati contemporaneamente con il farmaco intratecale e preparati parenterali di gentamicina . E' stato riferito che la somministrazione intratecale di dosi eccessive (da 40 a 160 mg) di preparazioni parenterali di gentamicina (contenenti unconservante) ha prodotto in genere disturbi neuromuscolari transitori, quali atassia, paresi e incontinenza.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordita' congenita bilaterale irreversibile inbambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi, incluso il farmaco, durante la gravidanza. Se il medicinale viene somministrato durante la gravidanza o se la paziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume il farmaco, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In donne che allattano, il medicinale e' escreto nel latte materno in piccole quantita'. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi,occorre decidere se interrompere l'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.

Codice: 020891026
Codice EAN:

Codice ATC: J01GB03
  • Antimicrobici generali per uso sistemico
  • Antibatterici per uso sistemico
  • Antibatterici aminoglicosidici
  • Altri aminoglicosidi
  • Gentamicina
Temperatura di conservazione: non superiore a +25 gradi
Forma farmaceutica: PREPARAZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: SCATOLA

PREPARAZIONE INIETTABILE

36 MESI

SCATOLA