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FLEBOCORTID RICHTER 1F100MG+1F Produttore: SANOFI SRL

  • FARMACO DI CLASSE C
  • RICETTA MEDICA RIPETIBILE

DENOMINAZIONE

FLEBOCORTID RICHTER

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Corticosteroidi sistemici, glucocorticoidi.

PRINCIPI ATTIVI

100 mg/2 ml polvere e solvente per soluzioni iniettabili, da nebulizzare o rettale: una fiala di polvere contiene 133,7 mg di idrocortisonesuccinato sodico equivalente a 100 mg di idrocortisone. Eccipienti con effetti noti: metile-p-idrossibenzoato, propile-p-idrossibenzoato. 500 mg/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso: un flacone di polvere contiene 668 mg di idrocortisone succinatosodico equivalente a 500 mg di idrocortisone. 1 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso: un flacone di polvere contiene 1337 mg di idrocortisone succinato sodico equivalente a 1g di idrocortisone. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

100 mg/2 ml polvere e solvente per soluzioni iniettabili, da nebulizzare o rettale; una fiala di polvere contiene: sodio fosfato, metile-p-idrossibenzoato, propile-p-idrossibenzoato. Una fiala di solvente contiene: sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili. 500 mg/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso, 1 g/10ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso; un flacone di liofilizzato contiene: sodio fosfato; una fiala di solvente contiene: acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI

Per trattamenti sistemici: crisi iposurrenalica degli addisoniani e dei surrenectomizzati; stati anafilattici allergici gravi non rispondenti alla terapia tradizionale (asma bronchiale, reazioni da medicamenti, edema angioneurotico e della glottide); reazioni trasfusionali; shock grave (chirurgico, traumatico, emorragico, ostetrico, anafilattico, allergico, cardiogeno, farmacologico, da ustioni, da iposurrenalismo acuto) resistente alla terapia antishock standard. Per trattamenti locali: asma bronchiale e bronchite asmatica; rinite allergica (mediante aerosol e inalazione). Pleuriti essudative; versamenti pleurici traumatici; neoplasie pleuropolmonari (mediante instillazione endopleurica). Come terapia aggiuntiva per la somministrazione a breve termine (per far superare al paziente un episodio acuto o una riacutizzazione) in: artrite reumatoide, periartriti scapolo-omerali; rigidita' articolari; borsiti, tenosinoviti (mediante iniezione endoarticolare e periarticolare). Lombosciatalgie; algie radicolari; meningite tubercolare con blocco subaracnoideo in atto o latente, sotto copertura antibiotica antitubercolare (mediante iniezione epidurale e subaracnoidea). Come coadiuvante nella rettocolite ulcerosa (mediante clistere).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita' al principio attivo o ad altri glucocorticoidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Flebocortid Richter non deve essere somministrato in: pazienti con ulcere gastriche o duodenali; pazienti con diabete; pazienti con demineralizzazione delle ossa (osteoporosi); pazienti con disturbi psichici (psicosi); pazienti con cheratiti erpetiche; pazienti con infezioni non trattate di origine batterica, virale, tubercolare o fungina; pazienti con tubercolosi o infezioni aspecifiche acute o croniche a meno che sia associataad una terapia specifica chemioterapica o antibiotica; pazienti con micosi sistemiche; pazienti con infezioni acute e croniche in gravidanza; vaccinazione con vaccini vivi attenuati quando Flebocortid Richter e' utilizzato a dosi immunosoppressive o per trattamenti a lungo termine (questa controindicazione non si applica al trattamento di emergenza ed al trattamento del deficit di cortisolo, vedere paragrafo 4.4)

POSOLOGIA

Per il trattamento degli stati di shock il Flebocortid Richter deve sempre essere utilizzato ad integrazione delle misure terapeutiche convenzionali di volta in volta indicate. La posologia va impostata piu' sulla gravita' della indicazione clinica e sulla risposta terapeutica, che sull'eta' e sul peso del paziente. Per via endovenosa: da 100 a 200 mg e piu' pro dose ripetuti in seguito in rapporto al quadro clinico. Negli stati di shock, da 20 a 50 mg/kg/die in bolo unico o suddivisiin diverse somministrazioni. Per via intramuscolare: 25-50 mg oppure 100 mg da due a quattro volte a giorno. Per via aerosolica ed inalatoria (eventualmente in associazione ad antibiotici e broncodilatatori): 25 mg per una o due applicazioni. Per via endopleurica (eventualmente in associazione ad altri presidi): all'inizio 50-100 mg e, in seguito,25 mg per volta ad intervalli da 3 a 8 giorni. Per via articolare e periarticolare: da 50 a 100 mg per le grandi articolazioni; 25 mg per le piccole, condizionando il numero delle applicazioni all'andamento clinico. Per via epidurale e subaracnoidea: 25 mg per volta, distanziatisecondo il parere del medico. Per via rettale (previa diluizione in acqua o in soluzione fisiologica): 25-50 mg in 100 ml di liquido, oppure 100 mg in 300-500 ml per clistere normale o goccia a goccia.

CONSERVAZIONE

Nessuna precauzione particolare per la conservazione.

AVVERTENZE

Le precauzioni relative all'impiego di Flebocortid Richter sono le stesse peculiari per l'utilizzazione dei cortisonici somministrati per via orale. L'idrocortisone emisuccinato sodico, un derivato dell'idrocortisone altamente solubile in acqua e che presenta le stesse proprieta' dell'ormone naturale, e' utilizzabile in clinica mediante somministrazione parenterale. Per il trattamento degli stati di shock il Flebocortid Richter deve sempre essere utilizzato ad integrazione delle misure terapeutiche convenzionali di volta in volta indicate. La somministrazione intramuscolare deve essere fatta profondamente nelle grandi masse muscolari allo scopo di evitare atrofia del tessuto locale. Avvertenze: sebbene gli effetti collaterali correlati a trattamenti brevi e intensivi risultino infrequenti, puo' tuttavia verificarsi l'insorgenzadi ulcera peptica. Le precauzioni relative all'impiego del Flebocortid Richter sono le stesse peculiari per l'utilizzazione dei cortisonicisfruttando la via orale. Durante periodi di stress, infezioni intercorrenti, febbre alta, traumi, malattia grave ed in caso di interventi chirurgici maggiori, potrebbe essere necessario un aumento transitorio e adattamento della dose e le somministrazioni giornaliere per prevenire l'insufficienza surrenalica. Una volta terminata la fase acuta, la somministrazione della dose precedente deve essere adeguatamente ripristinata. Se il paziente deve sottoporsi ad intervento chirurgico, e' necessario un aumento della dose in base al tipo dell'intervento seguito da una diminuzione graduale. I glucocorticoidi possono aumentare la suscettibilita' alle infezioni, mascherare alcuni segni di infezione edurante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti. In questi casi va sempre valutata l'opportunita' di istituire una adeguata terapia antibiotica. I pazienti sotto terapia con glucocorticoidi non devono essere vaccinati contro il vaiolo. La somministrazione dei vaccini vivi o vivi attenuati (batteri o virus) e' controindicata in pazienti che ricevono le dosi immunosoppressive di Flebocortid Richter o per trattamenti a lungo termine. Diminuendo la risposta immunitaria i glucocorticoidi possono aumentare gli effetti indesiderati dei vaccini viventi fino ad arrivare allo sviluppo della malattia. In seguito alla somministrazione dei vaccini con virus inattivati la risposta anticorpale potrebbe essere ridotta. Si raccomanda per i pazienti trattati con dosi terapeutiche di glucocorticoidi di rimandare i procedimenti immunizzanti, se possibile, fino alla sospensione del trattamento acausa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale. E' comunque necessario valutare attentamente i casi di terapia sostitutiva e di emergenza. Alte dosi di idrocortisone possono causare l'ipokaliemia. In corso di terapia deve essere controllata la concentrazione di elettroliti e mantenuto un adeguato bilancio idroelettrolitico (mantenendo i livelli di sodio e di potassio nella norma). Le disfunzioni elettrolitiche, in particolare ipokaliemia possono causare il prolungamento dell'intervallo QT. In caso di stress causato da clima particolarmente caldo, puo' anche essere necessario un aumento della dose; piu' in particolare, in pazienti con insufficienza surrenalica primaria devono essere aumentate le dosi di mineralcorticoide e l'assunzione di sale. Tutti i glucocorticoidi aumentano l'escrezione di calcio. Dopo somministrazione di corticosteroidi e' stata riportata crisi da feocromocitoma, che puo' essere fatale. I corticosteroidi devono essere somministrati a pazienti con presunto o accertato feocromocitoma solo dopo un'adeguata valutazione del rapporto rischio/beneficio. (Vedere paragrafo 4.8). Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. Dopo somministrazione di idrocortisone a neonati prematuri, e' stata riportata cardiomiopatia ipertrofica. Pertanto, e' necessario eseguire una valutazione diagnostica e un monitoraggio appropriato della funzione e della struttura cardiache. Nei bambini devono essere evitati trattamenti prolungati a causa della possibilita' di soppressione corticosurrenale ed il conseguente ritardo nella crescita. I bambini sottoposti a prolungata terapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo. Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dal glucocorticoide puo' essere minimizzato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza puo' persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi, in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonica dovrebbe essere ripresa. Poiche' la secrezione mineralcorticoide puo' essere compromessa, bisognerebbe somministrare in concomitanza, cloruro sodico e/o mineralcorticoide. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai glucocorticoidi puo' essere aumentata. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllarela sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente. La terapia sostitutiva prolungata non deve essere interrotta, poiche' vi e' il rischio una crisi di insufficienza surrenalica acuta. Per i pazienti che soffrono di insufficienza surrenalica e' raccomandatoportare sempre con se' qualche tipo di nota in cui questa condizione clinica ed il trattamento in corso esplicitamente menzionati (questa informazione e' rilevante ad esempio in caso di incidente o di terapia d'urgenza). L'interruzione della somministrazione a lungo termine di corticosteroidi deve essere eseguita gradualmente. I rischi associati all'interruzione improvvisa del trattamento sono esacerbazione o recidiva della malattia sottostante, insufficienza surrenalica acuta (in particolare in situazioni stressanti, ad es. durante infezioni, dopo un incidente, durante uno sforzo fisico intenso) o sindrome da sospensioneda steroidi. La sindrome da sospensione da steroidi puo' presentarsi con un'ampia gamma di segni e sintomi, tuttavia i sintomi tipici includono febbre, anoressia, nausea, letargia, malessere, artralgia, desquamazione della pelle, debolezza, ipotensione e perdita di peso. Durantela terapia possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell'umore o della personalita', depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilita' emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai glucocorticoidi. Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia prudenza nell'associare l'acido acetilsalicilico ai glucocorticoidi.

INTERAZIONI

Combinazioni controindicate. Vaccini vivi attenuati: rischio di infezioni potenzialmente fatali e le reazioni neurologiche (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Combinazioni che possono portare a torsione di punta e che richiedono precauzioni per l'uso. Farmaci depletori di potassio (adesempio diuretici) e beta2 agonisti quali fenoterolo, reproterolo: aumento del rischio di ipokaliemia. L'ipokaliemia e' un fattore che favorisce le aritmie cardiache (in particolare torsioni di punta). Deve essere eseguito il monitoraggio dei livelli di potassio nel sangue e se necessario la loro correzione. Digitalici: l'ipokaliemia aumenta gli effetti tossici dei farmaci digitalici. Ogni eventuale ipokaliemia pre-esistente deve essere corretta prima della somministrazione e deve essere eseguito il monitoraggio clinico, elettrolitico ed elettrocardiografico. Farmaci che inducono torsione di punta (ad esempio: antiarritmici (classe I e III), alcune fenotiazine, antidepressivi triciclici). Aumento del rischio di aritmie ventricolari, in particolare torsione dipunta. Ogni eventuale ipokaliemia pre-esistente deve essere corretta prima della somministrazione e deve essere eseguito il monitoraggio clinico, elettrolitico ed elettrocardiografico (vedere paragrafo 4.4). Altre combinazioni che richiedono precauzioni per l'uso. Induttori enzimatici (ad esempio: fenitoina, fenobarbital, efedrina, rifampicina e tacrolimus) rischio di riduzione dell'efficacia dell'idrocortisone (aumento del metabolismo). Le conseguenze sono particolarmente gravi quando l'idrocortisone viene somministrato come trattamento sostitutivo o in pazienti sottoposti a trapianto. Monitoraggio clinico e biologico; aggiustamento del dosaggio dell'idrocortisone mentre viene assunta la combinazione e dopo che l'induttore enzimatico e' stato sospeso. Antidiabetici (ad esempio: insulina, metformina, sulfoniluree): aumento dei livelli di glucosio nel sangue, a volte con chetoacidosi a causa dellaridotta tolleranza ai carboidrati dovuta alla terapia con corticosteroidi. I pazienti devono essere informati di cio' e della necessita' diaumentare l'auto-monitoraggio dei livelli di glucosio nel sangue e nelle urine, specialmente all'inizio del trattamento. Se necessario, il dosaggio del farmaco antidiabetico deve essere aggiustato durante e dopo il trattamento con corticosteroidi. Antibiotici: in corso di trattamento con alcuni antibiotici (eritromicina, oleandomicina), si raccomanda invece di ridurre la dose di glucocorticoide. Inibitori di CYP3A: si ritiene che il trattamento concomitante con inibitori di CYP3A, compresi i medicinali contenenti cobicistat, possa aumentare il rischio di effetti indesiderati sistemici. L'associazione deve essere evitata ameno che il beneficio non superi il maggior rischio di effetti indesiderati sistemici dovuti ai corticosteroidi; in questo caso e' necessario monitorare i pazienti per verificare l'assenza di effetti indesiderati sistemici dovuti ai corticosteroidi. Antinfiammatori non steroidei: l'ASA dovrebbe essere usato con cautela in concomitanza con corticosteroidi specie nelle ipotrombinemie. Gli steroidi possono aumentare laclearance renale dell'ASA. Anticoagulanti cumarinici: il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente nei pazienti che ricevono corticosteroidi ed anticoagulanti cumarinici, poiche' i corticosteroidi potrebbero alterare la risposta a tali anticoagulanti.

EFFETTI INDESIDERATI

La frequenza degli effetti indesiderati di seguito riportati e' definita utilizzando le seguenti convenzioni: molto comune (>=1/10); comune(>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). In corso di terapia corticosteroidea, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni fra i seguenti effetti. Disturbi del sistema immunitario. Frequenza non nota: reazioni anafilattoidi. Patologie endocrine. Frequenza non nota: crisi da feocromocitoma (effetto della classe dei corticosteroidi) (vedere paragrafo 4.4); interferenza con la funzionalita' dell'asse ipofisi-surrene particolarmente in situazioni di stress; aspetto similcushingoide; disturbi della crescita nei bambini; diminuita tollerabilita' ai glucidi; manifestazione di diabete mellito latente, sindrome da sospensione da steroidi (vedere paragrafo 4.4). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Frequenza non nota: alterazioni del bilancio idroelettrolitico; ritenzione idrica; negativizzazione del bilancio dell'azoto; anoressia; casi di Sindrome da Lisi Tumorale sono stati segnalati in associazione con Flebocortid Richter quando usato in pazienti con neoplasie ematologiche (vedere paragrafo 4.4). Disturbi psichiatrici. Frequenza non nota: alterazioni psichiche di variogenere (euforia, mutamenti dell'umore o della personalita', depressione grave o sintomi psicotici); insonnia. Patologie del sistema nervoso. Frequenza non nota: vertigini; cefalea; aumento della pressione endocranica; aracnoidite in seguito a somministrazione intratecale. Patologie dell'occhio. Frequenza non nota: corioretinopatia e visione offuscata (vedere paragrafo 4.4); cataratta posteriore subcapsulare; aumentodella pressione endooculare. Patologie cardiache. Frequenza non nota:insufficienza cardiaca congestizia; cardiomiopatia ipertrofica nei neonati prematuri. Patologie vascolari. Frequenza non nota: ipertensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Frequenza non nota: irritazione del retrofaringe e del faringe a seguito di uso per viainalatoria, singhiozzo. Patologie gastrointestinali. Frequenza non nota: ulcera peptica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Frequenza non nota: orticaria; ritardo nei processi di cicatrizzazione;assottigliamento e fragilita' della cute; manifestazioni atrofiche a livello cutaneo e sottocutaneo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Frequenza non nota: osteoporosi; fragilita' ossea; miopatie; iper o ipopigmentazione cutanea, artropatia tipo Charcot. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Frequenza non nota: irregolarita' mestruali. Patologie congenite, familiari egenetiche. Frequenza non nota: cardiomiopatia ipertrofica in neonati prematuri. Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione. Frequenza non nota: ascessi sterili; sensazione di calorea seguito di uso intraarticolare. Esami diagnostici. Frequenza non nota: peso aumentato secondario alla soppressione surrenalica (uso a lungo termine). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: i corticosteroidi producono gli effetti teratogeni e tossici negli animali da laboratorio succettibili quando somministrati sistemicamente. Inoltre, gli studi epidemiologici sull'uomo hanno riportato alcuni rischi correlati all'uso di corticosteroidi con la relazionecausale incerta. I corticosteroidi attraversano la placenta con tassodi diffusione variabile. Nelle malattie croniche che hanno richiesto un trattamento durante la gravidanza, e' stato segnalato un leggero ritardo nella crescita intrauterina. Negli studi sugli animali e' stata osservata un'aumentata incidenza di palatoschisi (vedere paragrafo 5.3). Sulla base dei dati degli studi epidemiologici, l'uso di glucocorticoidi durante il primo trimestre puo' aumentare il rischio di labbro leporino e/o palatoschisi. Flebocortid Richter deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi, compresi quelli per il feto. In questo caso ilmedicinale va somministrato sotto diretto controllo del medico e la madre dovrebbe essere informata circa potenziali rischi. In generale, il trattamento durante il primo trimestre deve essere limitato alle gravi condizioni o quando non sono disponibili i trattamenti alternativi.Se assolutamente necessario, l'insufficienza surrenalica nella madre deve essere trattata durante la gravidanza regolando la dose di idrocortisone in base al quadro clinico. In casi eccezionali e' stata osservata insufficienza neonatale surrenalica a seguito di terapia con corticosteroidi a dosi elevate. Un periodo di monitoraggio clinico (peso, produzione di urina) e di laboratorio (glicemia) dei neonati e' quindi giustificato. Allattamento: dato che l'idrocortisone e' escreto nel latte materno, l'allattamento al seno non e' raccomandato.

Codice: 013986029
Codice EAN:

Codice ATC: H02AB09
  • Preparati ormonali sistemici,escl.ormoni sessuali e insuline
  • Corticosteroidi sistemici
  • Corticosteroidi sistemici, non associati
  • Glicocorticoidi
  • Idrocortisone
Temperatura di conservazione: nessuna particolare condizione di conservazione
Forma farmaceutica: POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE
Scadenza: 36 MESI
Confezionamento: FLACONE

POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE

36 MESI

FLACONE